Il capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano, è a Parigi per partecipare a una riunione con i generali della cosiddetta “coalizione dei volenterosi” sulle prospettive di una presenza militare in Ucraina dopo un’eventuale cessazione delle ostilità. Non si annuncia semplice per l’Europa trovare una posizione comune sull’Ucraina e sulle contromosse al disimpegno annunciato da Washington. Una strategia che ha portato anche al blocco delle assunzioni di civili italiani nelle basi Usa in Italia. Intanto va ben oltre il formato continentale il tentativo di Parigi e Londra di costruire la coalizione di volenterosi. Una trentina di Paesi sono annunciati, anche asiatici, al tavolo aperto per sostenere Kiev e garantire la pace dopo un cessate il fuoco. Dovrebbero essere rappresentate anche Nato e Ue.
Portolano in veste di “osservatore”
Portolano, hanno ribadito fonti di governo, sarà in veste di “osservatore”, perché Roma non contempla interventi militari se non sotto l’egida Onu. L’esito di questa riunione e di quella di mercoledì 12 marzo , sempre a Parigi, con il ministro della Difesa Guido Crosetto e gli omologhi di Polonia, Francia, Germania e Regno Unito, definiranno la posizione portata al summit di sabato da Meloni, che nei prossimi due giorni avrà anche bilaterali con i primi ministri di Danimarca e Olanda.
Tajani: «I nostri militari non andranno al fronte in Ucraina»
«I nostri militari non andranno al fronte in Ucraina, né con una missione Nato né europea», ha chiarito Tajani, secondo cui serve una difesa europea «più forte» e toni diversi da quelli usati dall’altro vicepremier, Matteo Salvini, per attaccare Emmanuel Macron. «Rispetto le idee del collega agli esteri», ha commentato il leader della Lega, ma «ritengo che chi ostinatamente da anni sta usando toni bellici, e parlo del presidente francese, debba prestare più attenzione».