Ieri sera Rai1 ha riproposto un film che è perla nella storia del cinema italiano. Nuovo Cinema Paradiso, il capolavoro di Giuseppe Tornatore che ha raggiunto la fama internazionale con quel film, e ha in seguito diretto pellicole altrettanto straordinarie come La leggenda del pianista sull’oceano, Malèna e Baaria, fino a giungere al suo ultimo lavoro: il documentario Ennio, dedicato a Morricone.
Nuovo Cinema Paradiso, una storia struggente d’amore e di ricordi, in un’Italia dove la vita era cadenzata da appuntamenti semplici e che ruota intorno alla storia di un regista, di una vita trasformata dall’amore per il cinematografo e da quell’amore adolescenziale mancato, diviso da stato sociale d’appartenenza diversa e da vite che si dividono per poi rincontrarsi, decenni dopo, quando i fili di quell’amore in erba non possono più intrecciarsi.
Ma è anche il ricordo di tempi che non esistono più e che, forse impressi nella memoria di chi oggi ha abbondantemente superato le 60 primavere, hanno visto in quel “Nuovo Cinema Paradiso” tracce della propria giovinezza vissuta nelle periferie più piccole di un’Italia in cui la vita si svolgeva sulla base di ritmi “slow” tra la messa della domenica, l’unico bar del Paese e il cinema, molte volte parrocchiale, in cui arrivavano film che già avevano fatto “botteghino” nei centri maggiori o dove era presente quel nuovo e strano elettrodomestico chiamato televisione, la cui visione diventava rito collettivo. Poi il cinema d’estate all’aperto, con le sedie portate da casa e la cinepresa di proiezione voltata verso la parete, quella più chiara possibile del primo edificio a disposizione nella piazza più ampia e accogliente del paese.
Erano i tempi in cui, come accade nel film che ieri sera è stato “rivisto” da molti italiani, anche la “censura” molte volte operata dal parroco era a metà strada tra il bigottismo da Regina Vittoria che ricopriva anche le gambe dei tavoli e l’imbarazzo che suscitava il vedere insieme ad altri scene di ingenua intimità come potevano essere i baci appassionati che venivano cancellati dalle pellicole. Quei baci che poi, struggenti, alla fine di “Nuovo cinema Paradiso” vengono visti da ognuno di noi con quella “melanconia” di un mondo ormai andato ma il cui ricordo è un naufragar che è dolce in quel mare di ricordi.