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Notiziario

«Non sottovalutate la capacità di ripresa dell’economia tedesca»: l’ambasciatore di Germania in Italia, Hans-Dieter Lucas, è sicuro della sua solidità, malgrado le difficoltà attuali.

I legami economici tra Italia e Germania sono profondi. Come valuta le relazioni bilaterali?

Sono davvero eccellenti. Si basano su solide fondamenta. Siamo entrambi membri fondatori dell’Unione Europea e con un forte senso di responsabilità per l’Europa. Il Piano di azione italo-tedesco, firmato un anno fa, dal Cancelliere Scholz e dal Presidente del Consiglio Meloni, ha ulteriormente rafforzato i nostri legami con progetti strategici come il corridoio South H2 per l’idrogeno verde dall’Africa. L’eccellente qualità delle relazioni si è manifestata anche di recente nella visita di Stato del presidente Mattarella in Germania, così come nella commemorazione congiunta dei due capi di Stato a Marzabotto, in occasione dell’80° anniversario di quell’orribile crimine di guerra commesso dai tedeschi. E il presidente Mattarella ha detto che Marzabotto non è più qualcosa che ci separa, ma qualcosa che ci unisce di più. Italia e Germania condividono una serie di punti molto importanti. Nel campo della politica comune e di sicurezza, siamo d’accordo praticamente su tutte le questioni strategiche: a partire dalla minaccia rappresentata dalla Russia e il sostegno dell’Ucraina di fronte all’aggressione russa, fino al Medio Oriente, alla rilevanza dell’Africa e alla natura delle relazioni transatlantiche. La migrazione è un tema che consideriamo una sfida comune e Germania e Italia hanno sostanzialmente accettato il compromesso trovato l’anno scorso a Bruxelles nel quadro del Patto d’Asilo dell’Unione Europea, che mira a riformare il sistema di gestione dell’asilo e della migrazione nella Ue. Le relazioni economiche sono molto forti, evidenziate, ad esempio, dalla fusione tra Lufthansa e Ita Airways e dalla nuova joint venture tra Leonardo e Rheinmetall. La Germania è il più importante partner commerciale ed economico dell’Italia. Sono molto ottimista sulle prospettive dei rapporti tra Germania e Italia.

La vittoria di Trump rischia di incrinare le relazioni tra Usa e Ue. Cosa dobbiamo aspettarci?

Il cancelliere Scholz ha avuto un’ottima telefonata con il presidente eletto Trump. È stata una conversazione costruttiva in cui il cancelliere si è congratulato con Trump e ha detto che la Germania attribuisce la massima importanza alle relazioni transatlantiche e che vogliamo lavorare a stretto contatto con l’amministrazione Trump. Anche il principale partito di opposizione sostiene con forza questa idea, come pure lo sforzo di investire di più nella difesa. La Germania spende già oggi circa il 2,1% del Pil. Vogliamo rafforzare il pilastro europeo della Nato e allo stesso tempo rafforzare la Ue. Questo è importante anche per arrivare a una relazione transatlantica equilibrata, con un maggiore investimento europeo nella difesa. Per quanto riguarda il commercio, vedremo cosa proporrà l’amministrazione Trump.

La Germania in stallo, 35 anni dopo la caduta del Muro

In Germania c’è un dibattito sul freno al debito. Quali sono le radici della cautela tedesca?

Il dibattito è sulla possibile modifica del freno al debito, ma nessuno dei partiti di centro-destra o centro-sinistra mette in discussione il freno in quanto tale. C’è una consapevolezza generale tra la popolazione che la solidità delle finanze pubbliche è davvero importante. Prima di tutto, perché se si accumula debito, saranno le generazioni successive a doverlo ripagare. Si tratta quindi di una questione di solidarietà generazionale. In secondo luogo, le finanze pubbliche sono importanti per la stabilità del sistema finanziario. Lo abbiamo visto con la crisi dell’euro. E non è un caso che abbiamo introdotto il freno al debito nella Costituzione nel 2009. Anche a livello europeo, siamo tutti d’accordo sull’importanza di finanze pubbliche solide. È uno dei motivi per cui abbiamo il Patto di stabilità, la cui recente riforma è stata un molto importante e riuscito compromesso per l’Europa.

Economia stagnante, crisi politica. La Germania non sembra più il Paese solido su cui l’Europa è abituata a fare affidamento.

La classe politica tedesca è molto consapevole dell’importanza e della responsabilità che la Germania ha per l’Europa e in Europa. La fine della coalizione Semaforo non è la fine del mondo. A febbraio ci saranno le elezioni e sono convinto che avremo un Governo molto stabile. È chiaro che l’economia tedesca si trova ad affrontare una serie di sfide con cui anche l’Italia e altri Paesi europei si stanno confrontando: gli alti prezzi dell’energia, la mancanza di lavoratori qualificati, un contesto geopolitico molto difficile e la forte concorrenza di Stati Uniti e Cina. Ma le basi dell’economia tedesca sono molto solide. Non sarei troppo pessimista sulle prospettive a medio e lungo termine: non sottovalutate la capacità di ripresa dell’economia tedesca.

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