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Notiziario

Il gran rifiuto. Il no di Francesco Acerbi a una convocazione in nazionale già definita smonta con un semplice sms – quello inviato dal difensore interista ieri mattina al ct Luciano Spalletti – anni e anni di invocazioni alla sacralità della maglia azzurra. Non che quei no sbattutti in faccia all’Italia del calcio fossero stati inesistenti, in passato. Ma per aggirare il rischio di squalifica ci si appellava a un dolorino, si evocava in infortunio passato che stava per riaffacciarsi, si citava fatiche muscolari indefinite. 

Molti i nomi ‘chiacchierati’, con tanto di liti con i rispettivi club, poche le certezza sulla realtà. Così agli annali, a parte il no di Zaniolo a una convocazione con la Roma di Mourinho che portò alla definitiva rottura o la leggenda di un Cassano legato dai compagni azzurri nel ritiro di Euro 2024 per impedirgli di tornare in Italia dopo la prima panchina, l’unico precedente calcistico è quello di Mattia Destro: incluso nel gruppo azzurro per il Mondiale 2014 da Prandelli, disse no all’idea di figurare solo come riserva di Giuseppe Rossi e preferì restare a casa.   

Un no all’azzurro, secondo i media francesi, è arrivato nel 2023 anche da Marco Verratti, punto fermo della nazionale campione d’Europa con Mancini, poi uscito dal giro, finito in Arabia e richiamato – invano – da Spalletti.   Ma i ribelli dell’azzurro sono anche negli altri sport. 

L’ultimo, clamoroso caso, è quello delle quattro azzurre del volley oro olimpico a Parigi 2024, Elena Pietrini, Cristina Chirichella, Sara Bonifacio e Marina Lubian (unica presente ai Giochi parigini), che hanno scelto di non rispondere alla convocazione per la Nations League. Velasco ha espresso un disappunto piuttosto netto: “Per me la porta è quasi chiusa. Un no è sempre un no e la Nazionale è speciale, non è un club”, le parole del ct azzurro. 

Prima di loro, un no polemico era stato quello di Paola Egonu: in rotta col ct Mazzanti dopo l’Europeo si prese una pausa, interrotta dall’avvento in nazionale di Velasco.  

Fece scalpore, a ridosso dei Giochi di Tokyo, il no di Marco Belinelli al torneo preolimpico della nazionale di basket, ultima chance per la qualificazione ai Giochi: a motivarlo le fatiche della stagione. 

Così come l’assenza di Jannik Sinner dalla Davis 2023: il futuro numero 1 del tennis mondiale era uscito esausto dal match con Zverev agli Us Open, la sua rinuncia aprì un libro di lamentele, messe a tacere solo dalla successiva presenza con tanto di vittoria. 

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