Storie Web venerdì, Luglio 25
Notiziario

I piani attuativi non sono sempre obbligatori. I Comuni possono approvare progetti, come i famigerati grattacieli delle inchieste di questi mesi a Milano, senza utilizzare questi strumenti di pianificazione urbanistica, ma semplicemente facendo ricorso a permessi ordinari, se ci sono alcune condizioni.

Il Tar Lombardia, con la sentenza 2747/2025, irrompe sulla cronaca di questi giorni, smentendo uno dei principi dai quali si è mossa la Procura di Milano, peraltro analizzando proprio il caso di uno dei cantieri al centro delle indagini (Urban jungle di via Razza, 5). E anche se la giustizia amministrativa non ha un’influenza diretta su quella penale, la decisione dà la misura di quanto questa materia sia oggi complessa e soggetta a interpretazioni.

Tecnicamente, si parla dell’applicabilità o meno, in caso di edificazione di fabbricati con altezza superiore a 25 metri, dell’obbligo del piano attuativo, previsto dalla legge urbanistica del 1942: si tratta di uno strumento la cui definizione può richiedere anche anni. Il Comune di Milano, in tutti i suoi ultimi progetti, ha preso la strada della semplificazione, attraverso l’utilizzo, contestato dalla Procura nel primo filone di inchieste, della semplice Scia alternativa al permesso di costruire.

L’orientamento del Tar

La decisione del Tar nasce dal ricorso di un condominio contro i titoli edilizi che avevano dato il via alla costruzione dell’edificio. Tra le (numerose) contestazioni, riportate nella sentenza, c’è proprio l’obbligo di avere un piano attuativo per edifici più alti di 25 metri.

Il Tar, fissando un precedente molto significativo per il Comune di Milano, respinge queste osservazioni, richiamando l’orientamento giurisprudenziale secondo cui l’obbligo dei piani è escluso «in presenza di una zona già completamente urbanizzata, quando la situazione di fatto evidenzi una completa edificazione dell’area, tale da renderla incompatibile con un piano attuativo». L’area interessata dal progetto (a ridosso della stazione Centrale di Milano) ha già una sua conformazione urbanistica e, quindi, per un intervento del genere il piano non è necessario.

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