A Fanpage.it Kevin Lasagna ha parlato del suo inizio di stagione a Bari e ha ripercorso molte tappe della sua carriera: dagli anni della favola Carpi alle difficoltà riscontrate in Turchia passando per le convocazioni di Mancini in Nazionale.
Lasagna esulta dopo un gol con la maglia del Bari.
Stop nell’area piccola, tocco di punta e palla in gol. Si è presentato così Kevin Lasagna al pubblico di Bari. Alla sua terza apparizione al San Nicola, la prima per 90′, l’attaccante arrivato in prestito dal Verona aveva fatto gioire così i suoi nuovi tifosi per la prima volta. In 17 apparizioni sono 4 i gol in maglia biancorossa ma il numero 15 non nasconde ambizioni importanti: “Spero di realizzare più gol possibili per me e, soprattutto, per la squadra”.
L’attaccante classe 1992 ha parlato a Fanpage.it del suo inizio di stagione a Bari e ha ripercorso molte tappe della sua carriera: dagli anni della favola Carpi alle difficoltà riscontrate in Turchia passando le buone stagioni di Udine e le convocazioni in Nazionale.
Kevin Lasagna durante una partita con il Bari.
Come sta andando la stagione di Lasagna a Bari?
“La mia stagione sta andando bene perché ho trovato un ottimo gruppo e anche come squadra stiamo facendo bene, perché dopo magari una parentesi non positiva dello scorso anno quest’anno abbiamo iniziato con il piede giusto. Dal punto personale potrebbe andare meglio perché magari ho fallito qualche occasione però sono molto contento di questa mia avventura”.
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Arriva a Bari dopo la parentesi in Turchia: che esperienza è stata al Fatih Karagümrük?
“La parentesi in Turchia è stata un’esperienza abbastanza di complicata per me perché sono andato senza la mia famiglia. Questo per l’aspetto affettivo. E poi sotto l’aspetto tecnico, almeno parlando della mia squadra, il calcio era visto in una maniera un po’ diversa rispetto a come lo viviamo noi in Italia: qua si si vive, si respira, calcio in ogni squadra per 24 ore al giorno. In spogliatoio dopo una sconfitta nessuno che c’ha voglia di parlare perché comunque sanno tutti di aver fatto male invece là era vista in maniera un po’ più leggera. Questa è una cosa che ho sofferto. Anche negli allenamenti c’era questa questa leggerezza che che non non mi andava molto bene, quindi ho un po’ sofferto. Naturalmente parlo per la mia squadra e non posso parlare per le altre: in generale il campionato penso che sia di un buon livello, se non ottimo”.
L’esultanza di Lasagna dopo un gol con il Carpi.
Ha conosciuto il grande calcio con la favola del Carpi: che ricordi ha di quei tre anni?
“A Carpi fu veramente una favola perché arrivavo dalla Serie D e già si trattava di un grandissimo salto. Facemmo una grande annata, con la squadra che andava veramente bene perché era un gruppo veramente coeso e alla fine questo portò anche alla vittoria del campionato e alla promozione in Serie A”.
Il primo gol a San Siro contro l’Inter: ricorda cosa ha pensato subito dopo aver visto la palla entrare in porta?
“Ho rivisto un po’ gli anni passati, dove c’erano stati provini con squadre di Serie C o D andati male ed quindi era un sogno: giocare già a San Siro era incredibile e poi realizzare il primo gol proprio in quello stadio dove hanno giocato grandi campioni, non può che portare una felicità immensa”.
A Carpi la portò Cristiano Giuntoli dopo i 21 gol con l’Este in Serie D: che rapporto avevi, o ha, con il direttore?
“Eravamo un gruppo di ragazzi che che venivamo da dalla Serie D e lui in in ritiro, quasi come una prova, ci faceva capire che dovevamo dimostrare di poter rimanere in questa squadra da Serie B. Io fui l’unico che rimase di quel gruppo di ragazzi e lo devo ringraziare perché trovare un direttore che che va ad osare così per una squadra di Serie B. Posso solo dirgli grazie. Sono un paio d’anni che non non lo sento più ma quando ci ci siamo visti, quando lui era a Napoli, ci siamo scambiati qualche battuta ma niente di più”.
Lasagna con Mancini a Coverciano durante un ritiro con la Nazionale.
Come si passa nel giro di due stagioni dai dilettanti alla Serie A?
“Facendo un anno super in Serie D e avere la fortuna di trovare un direttore di una squadra professionista che prova a puntare su un ragazzo che gioca nei dilettanti, il quale dimostra di avere qualità per poter fare bene anche in categorie superiori”.
Ha toccato con mano la Nazionale grazie a Mancini e ricordiamo il decisivo l’assist a Biraghi che ha evitato la retrocessione dell’Italia nella Lega B di Nations League: cosa vuol dire la maglia azzurra per chi ha fatto una trafila come la sua?
“Penso che la maglia azzurra sia l’apice più alto che può raggiungere un giocatore. Comunque quando ad un bambino gli chiedi cosa cosa vuoi fare da grande o che maglia vuoi indossare, penso che chiunque ti risponderebbe che vorrebbe giocare per per il suo paese. Avevo un sogno da bambino e quel giorno lo lo realizzai appunto, debuttando con con la maglia azzurra: è un ricordo dentro di me che non andrà mai più via”.
Lasagna con la maglia dell’Udinese.
A Udine ha fatto il suo miglior anno dal punto di vista realizzato in Serie A con 14 gol: in quel momento pensava di poter approdare in una squadra della parte sinistra della classifica?
“Non ci ho mai pensato, la speranza c’era, però non ho mai pensato troppo. Perché, alla fine, bisogna pensare a quello che succede veramente e tutti i rumors che girano attorno a ogni calciatore non devono distrarti da dal tuo lavoro e dal tuo pensiero. Devi pensare a lavorare bene per la tua squadra, per per il tuo cammino e poi quello che viene sarà sempre ben accetto. Però non ho mai pensato troppo a queste cose”.
Il direttore Magalini la portò al Chievo quando aveva 10 anni: cosa ha provato quando l’ha richiamato questa estate?
“Mi è venuto quasi da ridere. Lui era direttore al Chievo e io avevo 10 anni. Anche lì ci furono dei provini molto selettivi, perché ovviamente a quell’età ci sono tantissimi ragazzini e poi dopo solo un gruppo andava a giocare per il Chievo. In quegli anni era una super società, perché faceva i preliminari di Champions ed era una squadra molto importante. Risentirlo questa estate mi ha fatto molto piacere perché mi voleva per una squadra molto importante della Serie B e con un con un pubblico speciale. Mi ha fatto molto piacere sentirlo”.
Prospettive e sogni futuri di Kevin Lasagna?
“Nel breve spero di portare questa squadra il più alto possibile perché penso che abbiamo le potenzialità, abbiamo un ottimo organico e forse dobbiamo crederci un po’ di più. Penso che si può fare qualcosa di importante con questa squadra. Spero di realizzare più gol possibili per me e, soprattutto, per la squadra”.