Il mercato del noleggio fa peggio della media del settore auto e perde, nel corso del 2024, il 10,13% delle immatricolazioni rispetto al 2023. E’ quanto emerge dall’analisi realizzata da Aniasa (Associazione delle società del settore mobilità pay-per-use in capo a Confindustria) e Dataforce. La crisi dei volumi, che riguarda soprattutto il noleggio a lungo termine, è peggiorata nel corso dell’anno con un quarto trimestre 2024 sempre più negativo per le immatricolazioni, scese del 20,8% sull’anno prima. La quota di mercato del noleggio si è assestata al 27%, inferiore rispetto ai mercati europei più maturi.
«Il calo significativo delle immatricolazioni – premette il presidente di Aniasa Alberto Viano – non è necessariamente l’effetto di una riduzione della domanda di noleggio, tanto che la flotta a noleggio è cresciuta. Si tratta dell’effetto di una serie di fattori tra loro combinati come l’aumento dei listini e dei tassi, che hanno portato ad allungare i periodi di noleggio. la durata dei noleggi è passata da 36 a 48 mesi e questo ha ridotto la quota di immatricolazioni». Se questa dinamica ha profondamente condizionato il 2024, il 2025 invece rischia di scontare gli effetti negativi delle misure in manovra legate ad un trattamento fiscale dei fringe benefit meno conveniente. «Pesano sul settore incertezze normative e regolamentari che con l’ultima Legge di Bilancio si sono ulteriormente radicate, con un aggravio economico a carico di oltre un milione di lavoratori dipendenti che utilizzano l’auto aziendale» spiega Viano.
Le politiche degli incentivi
Un discorso a parte meritano poi le politiche degli incentivi, che hanno finito per scoraggiare i privati, segmento sino ad un certo punto caratterizzato da un interesse crescente verso le formule a noleggio, in alternativa al tradizionale acquisto. Da un punto di vista strategico, dunque, nel 2025 è necessario aprire il cantiere della fiscalità a carico della mobilità piuttosto che tornare a pensare a stagioni di incentivi. «Da sempre siamo convinti che gli incentivi, per come sono stati gestiti, generano aspettative – spiega Viano – e rallentano gli acquisti per poi generare una rincorsa. Siamo altrettanto convinti che una riforma sulla parte fiscale con obiettivo a lungo termine sarebbe più efficace». Un discorso a parte merita la leva dell’Iva per rilanciare il settore e rendere di maggiore appeal il noleggio per i privati, «abbiamo proposto un abbassamento dell’imposta – spiega Viano – con una aliquota Iva più bassa ad esempio sulle auto a basse emissioni, per renderle di maggiore appeal».
Guardando all’interno del report, si scopre ad esempio che il settore dei rent a car è riuscito a targare quasi 100mila veicoli (+14,57%) e ha conquistato una quota di mercato del 5,7%, il market share del noleggio a lungo termine, invece, è sceso al 21,3%, per un totale di 374mila targhe. Se da un lato è vero che il confronto con il 2023 per il Noleggio a Lungo Termine (NLT) è fatto con un periodo caratterizzato da un record di immatricolazioni grazie a un portafoglio ordini importante, condizionato dalle ritardate consegne del 2021 e 2022, dall’altro il noleggio a breve termine (NBT), per la prima volta dopo la pandemia, è tornato a crescere in maniera decisa, anche se l’accelerazione dei primi mesi dell’anno si è affievolita. Nel complesso, il calo delle immatricolazioni per le autovetture è stato dell’11,7%, mentre i veicoli commerciali hanno resistito attestandosi a quota -0,2% sull’anno prima.
Due ipotesi
In attesa di conoscere l’effettiva applicazione del nuovo sistema di calcolo del fringe benefit e di una decisione dell’Ue in merito alle multe per lo sforamento dei limiti di emissioni nelle nuove immatricolazioni, le previsioni sull’andamento del 2025 si sdoppiano in due ipotesi: una più sfavorevole, che vedrebbe un vero e proprio crollo del mercato con oltre un terzo di targhe in meno sul 2024, una più favorevole invece, con un calo più lieve delle immatricolazioni, intorno al 3%.