Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente
22 Novembre 2024
12:06
Matteo Salvini ha rotto il silenzio e le esitazioni diplomatiche del governo Meloni e ha preso posizione netta sul mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano Netanyahu, tra gli altri. “Se venisse in Italia sarebbe il benvenuto”, ha detto. “I criminali di guerra sono altri”.
“Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri”. Matteo Salvini ha preso così posizione sul tema delicato del mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale ieri nei confronti, tra gli altri, del premier israeliani Benjamin Netanyahu. Il resto dell’esecutivo è stato molto cauto nel chiarire come intende muoversi, anche perché la questione è complessa sia sul piano politico che su quello giuridico. Il leader leghista e vicepremier, invece, ha deciso di sconfessare direttamente la decisione dell’Aja .
A margine dell’assemblea Anci, Salvini prima ha detto: Non entro nel merito delle dinamiche internazionali”. Poi però si è lanciato: “Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l’incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni. Adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medio Oriente mi sembra irrispettoso“.
Non solo, il mandato d’arresto sarebbe “pericoloso perché Israele non difende solo se stesso ma difende anche le libertà le democrazie e i valori occidentali”. Per questo, il ministro ha concluso che è “evidente” che il mandato sia “una scelta politica dettata da alcuni Paesi islamici che sono maggioranze in alcune istituzioni internazionali”.
Mandato d’arresto internazionale per Netanyahu e Gallant. Il leader di Israele: “Decisione antisemita”
Poche ore prima, il premier ungherese Viktor Orbán aveva preso la stessa posizione: “Oggi inviterò il primo ministro israeliano Netanyahu a visitare l’Ungheria”, aveva dichiarato, “dove gli garantirò, se verrà, che la sentenza della Corte penale internazionale non avrà alcun effetto in Ungheria e che non ne rispetteremo i termini”.
Salvini ieri aveva definito la decisione “filo-islamica”. La sua è linea più netta dettata finora da un esponente del governo Meloni. La premier non si è espressa, e ieri il ministro della Difesa Crosetto aveva detto al contrario che sarebbe necessario “arrestarli”, poiché “aderiamo alla Corte penale internazionale”, per quanto ritenga la decisione della Cpi “sbagliata”.
Ieri, dopo le parole di Crosetto, Palazzo Chigi aveva replicato sottolineando che la posizione del governo è quella del ministero degli Esteri. Antonio Tajani, che lo guida, ieri ha diffuso una nota in cui si affermava: “Sosteniamo la Corte, ricordando sempre che deve svolgere un ruolo giuridico e non un ruolo politico”, e si esprimeva preoccupazione “per le conseguenze politiche della decisione. È probabile che in queste ore siano in corso i calcoli diplomatici e giuridici per capire come sia meglio posizionarsi. Ma questo non ha impedito a Matteo Salvini di dettare una linea netta.
Le opposizioni da ieri chiedono all’esecutivo di prendere una posizione chiara. L’Italia aderisce effettivamente alla Corte penale internazionale, e quindi sarebbe obbligata ad eseguire l’arresto di Netanyahu nel caso in cui si trovasse sul suolo italiano. Dopo le parole del leader leghista è arrivato un commento del deputato del Pd Roberto Morassut: “Matteo Salvini difende e giustifica Netanyahu, un criminale di guerra che sta infangando la tradizione democratica di Israele. Tra un po’, magari, indosserà una maglietta con il suo viso come fece con Putin. Salvini sta sempre dalla parte sbagliata. Va sempre fuori binario”.