Storie Web domenica, Maggio 19
Notiziario

Le morti sul lavoro di Casteldaccia diventano strumento per alimentare la diatriba tra i sindacati, Unirai e Usigrai. Se i primi sostengono che chi non ha aderito allo sciopero indetto per il 6 maggio ha consentito la copertura di una notizia nefasta, come quella verificatasi in Sicilia, da Usigrai si parla di sciacallaggio e strumentalizzazione di una tragedia.

Nella giornata di lunedì 6 maggio, lo sciopero indetto dall’Usigrai è stato uno dei temi caldi affrontati a più riprese da parte dei due sindacati che, ad oggi, rappresentano i giornalisti della Rai, il primo che fino a poco tempo fa figurava come unico, per l’appunto Usigrai, e il più recente Unirai. La messa in onda delle edizioni del Tg1 e del Tg2, diversamente dal telegiornale in onda su Rai3 la cui edizione non è stata trasmessa, è stata oggetto di confronto da parte dei due sindacati e anche dell’azienda. Sul finire dell’edizione serale del Tg1, inoltre, è stato letto un comunicato in cui si spiegavano le ragioni della messa in onda, in controtendenza con la richiesta di totale assenza dal lavoro giornaliero.

Unirai ringrazia i giornalisti che non hanno scioperato

Oggetto di scontro tra le diverse frange di Usigrai e Unirai è stata la tragedia verificatasi a Casteldaccia, in Sicilia, dove hanno perso la vita cinque operai durante i lavori di manutenzione della rete fognaria. Il sindacato più giovane dell’azienda, nonché filogovernativo, l’Unirai, ha sottolineato come la presenza di giornalisti che non hanno aderito allo sciopero abbia permesso la pronta diffusione della notizia. L’accaduto diventa, quindi, strumento per alimentare la diatriba sindacale e attaccare anche i motivi alla base dell’astinenza dal lavoro:

Grazie alle inviate di Unirai Elena Sorci, Tgr Sicilia e Carlotta Ricci, Rainews24, e a tutti i colleghi oggi in redazione, a svolgere i ruoli di linea, servizi, conduzioni in studio, che hanno reso possibile al servizio pubblico di coprire tempestivamente con l’edizione straordinaria del Tg1 e con i collegamenti per Rai News24 la tragedia avvenuta a Casteldaccia, nel palermitano. Esprimiamo solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime. Sono queste tragedie sul lavoro che richiedono la mobilitazione dei sindacati invece di inseguire censure e fine emergenze democratiche.

Stessa argomentazione è stata riportata anche nella nota della Rai, letta in chiusura dell’edizione delle 20 del Tg1, dove si sottolinea il comportamento “non antisindacale delle redazioni del Tg1 e del Tg2” e in cui si ringrazia chi, non aderendo allo sciopero, ha permesso di battere una notizia tragica. Prima del comunicato firmato dall’azienda, anche la spiegazione del perché le redazioni di entrambi i telegiornali abbiano deciso di andare in onda: “Alcuni temi non sono stati affrontati e i servizi erano più lunghi del solito, proprio perché alcuni colleghi erano in sciopero”. 

Sciopero giornalisti Rai, azienda contro il sindacato: “Sparge fake news, non c’è alcuna censura”

Usigrai rivendica lo sciopero: “Sciacallaggio parlare di Casteldaccia”

Da parte di NoiGiornalistiRai, frangia più a sinistra del sindacato Usigrai, giunge un comunicato in cui si mette in evidenza come quanto accaduto a Casteldaccia sia stato strumentalizzato da Unirai, senza considerare che molti di coloro che hanno aderito allo sciopero siano stati in prima linea nell’affrontare le tematiche riguardanti la sicurezza sul lavoro. Questo è quanto si legge nella nota:

Utilizzare le morti sul lavoro per delegittimare uno sciopero è abominevole. Nella dialettica sindacale non può avere cittadinanza la strumentalizzazione di una tragedia. Le parole dei colleghi Unirai sono intrise di un populismo volgare che riporta ad anni bui della nostra storia. Strumentalizzare le morti dei lavoratori è un’offesa verso i diritti del lavoro, verso la nostra categoria, verso la storia della nostra azienda. Tra i colleghi che hanno scioperato sono decine quelli che si sono battuti e continuano a battersi per denunciare le scarse condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e per fermare la strage che ogni anno si compie tra lavoratori italiani in nome del profitto e della mancanza di legalità. Sarebbe ore di finirla con le lamentele di imprenditori che non trovano lavoratori disposti a farsi sfruttare, per dare spazio a inchieste nelle fabbriche e nei cantieri, magari meno spiagge e prodotti tipici e più inchieste sul lavoro nero, frodi INPS e riciclaggio.

Infine, Usigrainsieme, rincara la dose parlando di sciacallaggio da parte dell’altro sindacato e sottolineando che, in caso di notizie dal significativo impatto sociale, mai è stata negata da Usigrai la possibilità di raccontarle ai cittadini:

Unirai usa persino la tragedia di Casteldaccia, il dramma dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro, per cercare di delegittimare uno sciopero che, da pseudo sindacato quale dimostra di essere, ha tentato in tutti i modi di sabotare, peraltro senza riuscirci. Usigraiinsieme non può commentare tutto questo che con una sola parola: sciacalli. Le regole che l’Usigrai condivide con l’azienda, prevedono, anche in caso di sciopero, la copertura di notizie di rilevante impatto sociale. Per noi, la priorità resta il servizio pubblico.

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