BRUXELLES – La Commissione europea ha presentato ufficialmente un atteso Libro Bianco dedicato alla difesa e fondato più sulle misure per facilitare il riarmo europeo che sulla sfida del coordinamento militare. Il desiderio dell’esecutivo comunitario è doppio: promuovere l’acquisto di armi e rafforzare l’industria della difesa, in particolare europea. Il tema della pianificazione militare è lasciato alla collaborazione tra i paesi membri, dentro o fuori l’ambito della Nato.
«L’ordine mondiale sta subendo cambiamenti di portata mai vista dal 1945», ha detto alla stampa l’Alta Rappresentante Kaja Kallas, riferendosi al disimpegno americano dal continente europeo e alla perdurante guerra in Ucraina. Ha aggiunto il commissario alla difesa Andrius Kubelius: «450 milioni di cittadini europei non dovrebbero dipendere da 340 milioni di americani per difendersi da 140 milioni di russi, che non possono sconfiggere 38 milioni di ucraini».
La Commissione intende promuovere appalti in comune per l’acquisto di armi la cui origine è almeno per il 65% di origine europea. Nel caso le armi provenissero in parte da Paesi terzi, ha precisato un funzionario comunitario, è essenziale che i Paesi membri abbiano il controllo totale dello strumento. Agli appalti potranno partecipare Paesi terzi che siano candidati o associati alla Ue o ancora legati ad essa con accordi di sicurezza (per ora sono esclusi gli Stati Uniti e il Regno Unito).
In alcuni Paesi, come la Germania e l’Italia, preoccupano i limiti all’acquisto di armi non europee, tenuto conto dei numerosi contratti di collaborazione con il Regno Unito o gli Stati Uniti. Il commissario Kubilius ha voluto essere rassicurante: «Nessuno è escluso. C’è bisogno però di un accordo bilaterale». L’Alta Rappresentante Kallas ha annunciato che una intesa con Londra è attualmente oggetto di negoziato e potrebbe essere finalizzata in maggio.
Sul fronte finanziario, Bruxelles conferma la proposta (nota con l’acronimo SAFE) di nuovo debito europeo per 150 miliardi di euro da distribuire ai paesi che lo vorranno sotto forma di prestiti (con una maturità di 45 anni). Il denaro dovrà essere utilizzato per finanziare l’acquisto di particolari armi, quelle più sofisticate. Nuovi margini giungeranno dalla Banca europea degli investimenti, che potrà aiutare lo sviluppo di beni a doppio uso, civile e militare.