Storie Web venerdì, Marzo 21
Notiziario

In un’ordinanza i giudici di Palazzo Spada annullano lo stop momentaneo sul foglio di servizio elettronico e rimanda la decisione sull’intera questione al tribunale amministrativo. Romano (MuoverSì): “Ad aprile parte la raccolta di firme per cambiare le regole”

di Flavia Landolfi e Vittorio Nuti

Vince la battaglia davanti al Consiglio di Stato il ministero delle Infrastrutture sulla questione dello stop obbligatorio di 20 minuti tra un servizio Ncc e l’altro e più in generale all’istituto del foglio di servizio elettronico. Con l’ordinanza n.01624 pubblicata il 21 marzo palazzo Spada (presidente Fantini, relatore Santini) annulla la sospensiva decisa dal Tar Lazio a gennaio scorso rinviando tutto alla decisione sul merito che pende davanti al giudice amministrativo e che sarà sciolta il prossimo 4 giugno. Per i giudici di secondo grado infatti “allo stato attuale manca l’attualità del pregiudizio, non essendo ancora interamente sviluppato il sistema informatico e dunque pienamente operativo il foglio di servizio elettronico” e “la complessità delle questioni emerse richiede un più articolato approfondimento nella prossima sede di merito”. Una circostanza che fa salire sugli scudi le associazioni di categoria: “Il 4 giugno il decreto Salvini potrà essere dichiarato nullo, come auspicano migliaia di aziende e operatori Ncc che il ministro continua a voler colpire con i suoi provvedimenti largamente pregiudiziali e come auspicano gli utenti, le imprese e i turisti che continuano a non avere la libertà di muoversi come e quando preferiscono con il mezzo che preferiscono”, tuona Andrea Romano presidente di MuoverSì. L’associazione rilancia poi la raccolta di firme lanciata insieme ai radicali che parirà ad aprile a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare “per sostituire finalmente una normativa vecchia di 33 anni”.

Ma sulla riforma del noleggio con conducente la battaglia non si esaurirà con la pronuncia del Tar Lazio. A pendere sull’intera questione c’è un ricorso alla Corte costituzionale sollevato, anche questa volta, dalla Regione Calabria che già aveva vinto di fronte alla Consulta per violazione della libera impresa e della competitività. Ora è atteso un secondo round ai più alti livelli dalla giustizia. Ma sull’intera vicenda c’è chi scommette che non sia l’ultimo.

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