L’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina militare italiana che ha portato l’eccellenza dell’Italia nel mondo, nel tour internazionale durato due anni, aveva una nave gemella, la Cristoforo Colombo. Un veliero bellissimo come il Vespucci, che non ha avuto il vento in poppa dell’altra nave scuola della Marina.
Fu la centesima costruzione del Regio cantiere navale di Castellammare di Stabia
Anche la nave Cristoforo Colombo nasce, come la Vespucci, da un progetto visionario del tenente colonnello del Genio navale Francesco Rotundi, centesima costruzione del Regio Cantiere navale di Castellammare di Stabia. Due navi gemelle la cui costruzione fu fortemente voluta dall’allora ministro della Marina Paolo Thaon di Revel, ma attuata dal successivo ministro, l’ammiraglio Giuseppe Siriani. Il nome Cristoforo Colombo era stato portato già da quattro navi: un brigantino della Marina sarda (1843-1867), due incrociatori (uno 1843-1867, l’altro 1892-1907) e una corazzata, impostata nel 1915, ma demolita nel 1921 senza essere terminata.
Vele di tela olona di oltre 2.800 mq
La Colombo e la Vespucci erano due navi scuola per gli allievi dell’Accademia navale di Livorno, con alberi e vele imponenti, come i vascelli dell’Ottocento. Dal 1931 all’armistizio, nel 1943, i due velieri effettuarono 12 campagne addestrative per gli allievi della Regia Accademia navale di Livorno. Rotundi, progettista dei due velieri e direttore del cantiere navale di Castellammare di Stabia, si rifece nella fase di progettazione ai vascelli con le fasce colorate bianche e nere della murata. La Cristoforo Colombo era una nave lunga cento metri di 4.146 tonnellate, scafo in acciaio, con 26 vele di tela olona per un totale 2.824 metri quadrati. Le vele erano manovrate da circa 20 metri di cavi di canapa e manilla costruiti nella Corderia di Castellammare di Stabia. La propulsione secondaria della nave era composta da due motori diesel elettrici accoppiati più due dinamo e due eliche coassiali. La velocità di crociera a vela era di 10 nodi, mentre quella a motore di 7. L’albero di maestra era di 50 metri, il trinchetto di 54, la mezzana di 43. Gli alberi, compreso il bompresso, erano costruiti in tre pezzi: i primi due in acciaio, gli ultimi in legno douglas. I tre pennoni inferiori erano in acciaio, i due superiori in legno. In teak il ponte di coperta, la battagliola e la timoneria, allestimenti in mogano, legno santo, frassino, noce.
Le differenze fra i velieri
Il Colombo e il Vespucci, pur essendo due velieri gemelli, presentavano alcune differenze. Dalla diversa inclinazione del bompresso al differente attacco delle sartie (nella Vespucci a filo di murata, sulla Colombo cadenti all’esterno). Altra differenza nelle imbarcazioni maggiori che sulla Colombo erano sistemate al centro della nave. La Colombo, inoltre, aveva due eliche coassiali, il Vespucci solo una. Sul veliero Colombo non c’era la plancia a poppa, dove è situato il timone a quattro ruote della Vespucci e gli alberi erano leggermente più bassi.
Il passaggio sotto l’istmo di Corinto
Fra le curiosità che accomunano le due navi si racconta che, durante la navigazione nell’istmo di Corinto, il veliero Colombo riuscì a passare sotto il ponte che congiunge le due sponde, mentre il Vespucci lo toccò con l’albero maestro che si danneggiò.