E sono otto. Con il taglio di 25 punti base al costo del denaro operato ieri dalla Banca centrale europea il bilancio della politica espansiva – partita a giugno del 2024 – vede una riduzione complessiva di 200 punti base, con il tasso sui depositi scivolato dal 4% al 2%.
Il trend
Un’ottima notizia per i mutuatari a tasso variabile che hanno visto nel tempo ridursi il peso delle rate. Una notizia consistente anche per il mercato dato che dallo scorso maggio i nuovi mutui a tasso variabile sono tornati a costare meno in partenza dei rispettivi mutui a tasso fisso. Come dovrebbe essere in tempi normali. Il trend potrebbe anche proseguire perché i futures sui tassi Euribor – gli indici interbancari che seguono da vicino il tasso sui depositi della Bce e ai quali sono agganciate le rate variabili – prevedono un ulteriore taglio dei tassi da qui a fine anno. Anche se su questo fronte, come peraltro ricordato ieri in conferenza stampa dal governatore della Bce, Christine Lagarde, si naviga a vista. L’incertezza legata al fattore dazi è ad oggi troppo elevata per sbilanciarsi su future mosse.
I risparmi
Secondo i calcoli dell’Osservatorio MutuiOnline.it, a seguito dell’ultima sforbiciata il costo dei mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni è destinato a calare nelle prossime settimane, passando dal 2,83% rilevato a maggio al 2,58%. Si tratta di una flessione di quasi 90 punti base rispetto a gennaio, quando il Tan (Tasso annuo nominale) era al 3,71% in media, e di oltre 2 punti percentuali rispetto a maggio 2024, quando il tasso si attestava al 4,77%. Considerando un mutuo da 140mila euro della durata di 20 anni, grazie al taglio deciso ieri la rata sarà fino a 18 euro al mese più leggera, con il pagamento mensile che scenderà da 765 a 747 euro, per un risparmio sull’intera durata del mutuo di oltre 4.100 euro. Rispetto a gennaio 2025 – quando la rata era pari a 827 euro – il risparmio sale a 80 € al mese e a oltre 19.000 € sul totale degli interessi del finanziamento, mentre facendo il confronto con la situazione di 12 mesi fa – quando la rata mensile era di ben 159 euro più alta (pari a 906 euro) – il costo sull’intera durata del mutuo si abbatterà di oltre 38mila euro.
Il fisso
Per quanto riguarda i finanziamenti a tasso fisso la decisione della Bce non ha un impatto immediato. I mutui a tasso fisso seguono da vicino gli indici Eurirs, che rappresentano una espressione del costo del denaro all’ingresso sulla parte lunga della curva, influenzati dalle prospettiva di crescita economica e di inflazione più che dalle manovre dell’istituto di Francoforte.
Su questo fronte va segnalato che le tensioni sui dazi hanno causato dalla scorsa primavera un rialzo degli Eurirs che oggi si attestano al 2,73% per la scadenza a 20 anni e al 2,65% per quella a 30 anni, valori che si confermano pressoché stabili da quando all’inizio di marzo si è registrato un rialzo che ha portato a un aumento degli indici di circa 40 punti base nel giro di pochi giorni.