Storie Web domenica, Dicembre 15
Notiziario

Sono stati condannati gli organizzatori della Firenze-Viareggio per omicidio colposo: nell’edizione 2018, il 20enne Michael Antonelli finì in un dirupo su un tratto di strada mal segnalato. Il “dopo Pantani” come veniva definito il campione di San Marino, riportò un serio trauma cranico e lesioni multiple ai polmoni. Morì nel dicembre 2020 per complicanze da Covid.

Alla fine è stata fatta giustizia per Michael Antonelli, il ciclista classe 1999 che nel 2018 finì in un dirupo a seguito di una caduta su una curva mal segnalata e senza adeguate protezioni di sicurezza. Il ragazzo morì a seguito delle terribili conseguenze dopo un calvario lunghissimo, nel dicembre 2020. Dopo un processo lunghissimo e complicato è arrivata la sentenza da parte del Tribunale di Pistoia che ha condannato gli organizzatori della Firenze-Viareggio al carcere con l’accusa di omicidio colposo: non erano state rispettate le misure di sicurezza.

Un processo complesso che alla fine ha dimostrato la diretta responsabilità da parte dell’organizzazione della Firenze-Viareggio per l’edizione 2018 che fu macchiata dalla tragedia che coinvolse Antonelli. Il tribunale ha condannato così Gian Paolo Ristori, 82 anni, di Firenze, presidente della As Aurora, società organizzatrice della gara, condannato a due anni, e il direttore di gara Rodolfo Gambacciani 72 anni, di Prato, condannato a un anno e otto mesi.

Dopo la morte di Antonelli, le indagini furono riaperte e il fascicolo fu aggiornato per omicidio colposo: durante tutto il processo si stabilì senza ombra di dubbio, il nesso causale tra l’evento traumatico, avvenuto in gara, e la morte del ragazzo appena 20enne. Oltre alle condanne è stata stabilita una serie di risarcimenti economici per i familiari di Antonelli.

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Chi era Antonelli, il “dopo Pantani” e cosa accadde in gara

Michael Antonelli era stato definito dai più come il “dopo Pantani”, talento emergente di classe cristallina che a soli 20 anni stava bruciando le tappe tra i giovani. Il campione sanmarinese era in quel periodo tesserato con la Mastromarco Sensi Nibali: la sua tragedia sconvolse il mondo del ciclismo. Il 15 agosto del 2018, sulla Regionale 66 a Limestre, durante la Firenze-Viareggio, Antonelli si trovò davanti all’improvviso un ristringimento della carreggiata senza alcuna protezione, a ridosso di una curva, finendo in un dirupo. Gli imputati avrebbero dovuto attrezzare con dispositivi di sicurezza e con segnalatori adeguati di segnalazione: la sola presenza di addetti con un fischietto o una barriera di protezione avrebbero potuto salvare la vita di Michael, che invece volò letteralmente con la sua bici nel dirupo.

L’agonia di Michael Antonelli, deceduto 841 giorni dopo l’incidente

Michael Antonelli aveva appena 20 anni quando morì, il 3 dicembre del 2020: insufficienza respiratoria acuta da Covid, in un soggetto fragile, dopo 841 giorni di agonia, tra ricoveri costanti. Dopo l’incidente Antonelli aveva riportato un importante trauma cranico e lacerazioni polmonari. Per assisterlo, sua madre dovette lasciare il lavoro, attrezzare una casa come una clinica, e la vita dell’intera famiglia fu stravolta. Adesso, a distanza di 4 anni, finalmente è stata fatta giustizia condannando i colpevoli di quella tragedia.

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