Storie Web giovedì, Aprile 17
Notiziario

Nei pagamenti digitali le cifre sono sempre conteggiate al centesimo, ma in quelli in contanti no, giacché si preferisce arrotondare per difetto o eccesso. Il tutto perché, molto spesso, non si hanno le monete da 1 e 2 centesimi, i cosiddetti “ramini” che non tutti vogliono. Non è certo un caso che queste monetine, benché valide, non vengano accettate dalle macchinette per i caffè o i distributori h24.

Benché presenti, in Italia queste monete, come precisano dal Ministero dell’Economia e Finanze, non si coniano più. «Il Parlamento ha stabilito tra le altre cose che “ a decorrere dal 1° gennaio 2018 è sospeso il conio da parte dell’Italia di monete metalliche in euro di valore unitario pari a 1 e 2 centesimi di euro. Il risparmio derivante dall’attuazione del presente comma è destinato al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato” – fanno sapere dal Ministero -. E ha introdotto l’arrotondamento per i pagamenti in contanti, per eccesso o per difetto, al multiplo di 5 centesimi più vicino. In sostanza, dal 1° gennaio 2018, il Poligrafico e zecca dello Stato ha sospeso la produzione delle monete da 1 e 2 centesimi di euro e lo Stato ha sospeso, di conseguenza, la distribuzione al mercato di tali tagli di monete».

Per il momento, comunque, le monete saranno ancora in vigore dato che la «materia della monetazione metallica a circolazione ordinaria nei Paesi dell’Area Euro è competenza dell’Unione Europea». «Una eventuale soppressione delle monete da 1 e 2 centesimi di euro e le regole per il loro ritiro dalla circolazione devono essere stabilite con un Regolamento dell’Unione Europea – argomentano ancora al Mef -. Con lo stesso regolamento dovranno essere previste anche le modalità e i tempi per l’eliminazione dalla circolazione e per il rimborso il rimborso ai cittadini che ne saranno in possesso nel caso in cui dovessero essere tolte dalla circolazione dall’Unione Europea». Naturalmente le monete da 1 e 2 centesimi in circolazione e «quelle che saranno prodotte fino alla loro eventuale soppressione – ribadiscono al Mef – sono da considerare, allo stato, a tutti gli effetti monete a circolazione ordinaria nel Paesi dell’Area Euro e devono essere accettate per i pagamenti in contanti».

A suggerire una soluzione per ovviare incomprensioni e quello che considera «un effetto inflazionistico legato alla spinta all’arrotondamento che va temperato» è Michele Carrus, presidente nazionale di Federconsumatori, l’associazione che si occupa della tutela dei diritti dei consumatori: «Una strada da seguire ed è quella che noi sosteniamo è il pagamento digitale – dice – si tratta di un modo che può evitare gli arrotondamenti e, allo stesso tempo, contribuisce a combattere l’evasione».

Il caso lituano

Dal maggio di quest’anno, in Lituania non circoleranno più le monete da 1 e 2 centesimi. Una scelta che segna un cambiamento significativo nella quotidianità dei consumatori e delle imprese, spinta tanto da ragioni economiche quanto da considerazioni pratiche. Il costo di conio di queste piccole denominazioni, infatti, supera spesso il loro valore facciale, rendendole una voce di spesa non trascurabile per l’intera eurozona, secondo il Banco di Lituania, che ha anche spiegato come l’eliminazione degli spiccioli segua una logica di efficienza e sostenibilità economica, in linea con le strategie adottate anche da altri Paesi europei.

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