Storie Web mercoledì, Marzo 19
Notiziario

In linea d’aria la pista di atterraggio di Courchevel dista da Grenoble “solo” 70 chilometri (oltre il doppio se si viaggia su quattro ruote): è una delle curiosità da segnalare dopo la sfilata che Moncler ha allestito sabato 15 marzo a Courchevel, a oltre 2mila metri di altezza, per presentare la linea Grenoble, dedicata a chi scia o ama la montagna, perché comprende abbigliamento e accessori da usare sulle piste e una parte “apres ski”. Una sfilata per 400 ospiti, con musicisti dal vivo, giochi di luce e soprattutto, sotto la neve. Un ingrediente che non si può “ordinare” né prevedere a tavolino e che in effetti qualche effetto collaterale l’ha avuto (i musicisti dovevano togliere continuamente i fiocchi di neve dai loro spartiti, ad esempio), ma che ha aggiunto un tocco di poesia o forse magia allo show. Non è poi così frequente – specie in tempi di cambiamenti climatici – che a metà marzo a 2mila metri nevichi copiosamente. Ma torniamo alla curiosità e al (lungo) fil rouge di settanta chilometri tra Grenoble e Couchevel: Moncler nacque nel 1952 a Monestier-de-Clermont, località sciistica vicino a Grenoble, celebrata poi nel nome della collezione che ha sfilato in quota.

Doppia anima…

Da molti anni al Dna francese si è aggiunto quello italiano e oggi l’azionista di maggioranza è Remo Ruffini, presidente e ceo, che lo rilevò nel 2003 (Moncler era già diventato italiano in realtà nel 1992, quando passò a Pepper Industries e poi a Finpart). L’imprenditore ha poi quotato la società e l’ha anche trasformata in gruppo, perché nel dicembre 2020 rilevò Stone Island dalla famiglia Rivetti.

Moncler sfila sotto la neve a Courchevel

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E crescita a doppia cifra…

Nel 2024 i ricavi del solo marchio Moncler sono cresciuti dell’8% a 2,7 miliardi, ma l’aumento delle vendite nel canale diretto è stato a doppia cifra, anche grazie agli ingenti investimenti fatti nei monomarca in tutto il mondo. Considerando il gruppo, i ricavi sono arrivati a 3,1 miliardi, in crescita del 7% a cambi costanti. Risultati che portano a un cauto ottimismo per il 2025, come confermato da Remo Ruffini durante la conference call con gli analisti del 13 febbraio scorso: «Guardando al 2025, nonostante il contesto macroeconomico globale rimanga incerto, siamo fiduciosi nella nostra capacità di navigare dinamiche di mercato in continua evoluzione. Ispirati dalla nostra storia, dalla passione per l’innovazione e dall’ambizione a superare i confini delle convenzioni, continuiamo a costruire il futuro dei nostri marchi a favore di una crescita sostenibile e di una creazione di valore a lungo termine».

Tre anime in una

Il mix tra heritage francese e dna italiano si è evoluto, dal 2003 a oggi, in tre anime: ci sono le collezioni principali, a marchio Moncler, con abbigliamento e accessori per ogni stagione e occasione, poi c’è il progetto Genius, un grande e coloratissimo ombrello sotto il quale ci sono le decine di collaborazioni con creativi e artisti di ogni tipo e Paese, che danno vita a capsule collections fuori dagli schemi. La terza anima è appunto Grenoble: l’anno scorso ha sfilato nei boschi di Sankt Moritz, quest’anno in Francia, l’anno prossimo «chissà» (Ruffini dixit). Intanto il ceo e presidente si gode il successo del week end lungo a Courchevel e continua a divertirsi; il 13 febbraio, oltre ai commenti economici, aveva sottolineato «ci divertiamo perché desideriamo che si divertano anche i nostri clienti».

I progetti per il 2025

Per ora l’unica boutique dedicata alla linea Grenoble si trova a Sankt Moritz, ma Remo Ruffini guarda oltre: «Sogno di aprire a Courchevel, ma anche ad Aspen e, ma questo è davvero un sogno nel cassetto, a Niseko, in Giappone». Quando Ruffini sogna bisogna stare all’erta: i suoi – come dimostra la storia recente di Moncler – più che sogni sono progetti già realizzati, nella sua mente, e che in genere prendono forma concreta molto velocemente.

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