Storie Web venerdì, Marzo 14
Notiziario

Mimmo Lucano è a Strasburgo, ma in fondo quello che sta accadendo a Riace se lo aspettava: la telefonata ricevuta a metà febbraio dal segretario comunale da parte del viceprefetto Francesco Campolo – il funzionario che, nel 2017, dopo un sopralluogo, firmò con i colleghi Pasquale Crupi, Alessandra Barbaro e Maria Carmela Marazzita, una appassionata relazione per elogiare il sistema dell’accoglienza del Villaggio globale – era un campanello d’allarme.

Avvio dell’iter della decadenza

La richiesta di un indirizzo mail per inviare alcuni documenti preannunciava, in realtà, l’avvio dell’iter della decadenza di Lucano, oggi anche europarlamentare, dalla sua carica di sindaco. Con una condanna in via definitiva a 18 mesi, e pena sospesa, il suo caso rientrerebbe, secondo il ministero dell’Interno, nella fattispecie della legge Severino, come ha comunicato la prefettura di Reggio Calabria, inviando al sindaco di Riace una comunicazione con il dispositivo della Cassazione allegato.

Lucano: «Non mollo, affronterò anche questo»

«In questo momento provo due sensazioni contrastanti che si fanno forza nell’anima con la stessa intensità. La prima è di lasciare perdere tutto, perché evidentemente qualcuno ha forti preoccupazioni rispetto agli ideali che porto avanti. L’altra sensazione è quella che mi spinge a continuare perché so che il nostro lavoro a Riace è importante, dopo gli anni bui in cui ha governato la Lega e il centrodestra, per perseguire un sogno di solidarietà di cui sono testimone», commenta Mimmo Lucano dopo la notizia dell’avvio della procedura per la sua incandidabilità. «Non sono mai scappato davanti alla legge – ha aggiunto Lucano – e non lo farò nemmeno questa volta. Ovviamente, a scanso di equivoci, non ho alcuna intenzione di mollare. Rivendicherò le mie ragioni in ogni sede per il rispetto che provo nei confronti dei cittadini di Riace che hanno votato un sindaco e un progetto che non è certamente quello di chi spera, per motivi che nulla hanno a che vedere con la politica, di ribaltare l’esito delle elezioni sfruttando una legge tutta da interpretare. Evidentemente nel centrodestra c’è chi pensa che la legge Severino sia una legge giusta solo se riguarda Mimmo Lucano. Mi conforta che secondo i miei legali, la condanna che ho subito non rientra tra quelle che prevedono la decadenza. Detto questo, ho affrontato 7 anni di processo sapendo, da innocente, che potevo rischiarne quasi il doppio di carcere. Affronterò anche questa situazione».

La condanna a 18 mesi e l’incandidabilità

Pur rendendo definitiva l’assoluzione disposta nel 2023 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria per tutti i reati riferiti alla gestione dell’accoglienza dei migranti – un’odissea giudiziaria durata 7 anni – il dispositivo della Cassazione sta comunque compromettendo la sindacatura di Mimmo Lucano: la conferma di quella condanna per il reato di falso relativo a una determina per una richiesta di rimborso mai pagato, richiamerebbe il comma 1 dell’articolo 10 della legge 190 del 2012: alla lettera d) specifica che «non possono ricoprire la carica di sindaco coloro che hanno riportato una condanna definitiva a più di sei mesi di reclusione per delitti commessi con abuso di potere o violazione dei doveri della pubblica funzione». Aggravanti però mai contestate a Lucano. Il suo avvocato Andrea Daqua al momento resta cauto: vuole leggere nel dettaglio la comunicazione prima di esprimersi. Ribadisce, semmai, ciò che ha già anticipato: la condanna del suo assistito non rientrerebbe tra i casi previsti dalla Severino.

La presa d’atto del consiglio comunale

Intanto, però, la procedura va avanti: a dichiarare la decadenza del sindaco dovrà essere, entro 10 giorni, il consiglio comunale, dopo aver preso atto, eventualmente, della sussistenza della causa di incandidabilità. Non è scontato. E nel caso in cui il consiglio comunale non dovesse arrivare alla decisione, potrebbe essere la Prefettura a promuovere l’azione davanti al tribunale civile (articolo 70 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali ). Mimmo Lucano è esausto, ma allenato a resistere.

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