Migranti e guerre. Sono queste in particolare le ragioni che hanno spinto la premier Giorgia Meloni ad organizzare due viaggi in sequenza: ieri, giovedì 31 luglio, la Tunisia; oggi la Turchia. Un’iniziativa non preannunciata, per confrontarsi prima con il presidente tunisino, Kais Saied, e poi con l’omologo turco, Recep Tayyip Erdoğan. A fare da sfondo, in questo secondo incontro bilaterale, fissato per l’ora di pranzo al Palazzo di Dolmabahce, è il dossier libico. Ogni tentativo di stabilizzazione del Paese coinvolge inevitabilmente la Turchia, che negli ultimi anni ha assunto un ruolo di primo piano nell’area.
Oltre al bilaterale tra Meloni e Erdogan dovrebbe tenersi, secondo quanto ha comunicato via social l’ufficio stampa del Governo di unotà nazionale libico, un vertice trilaterale al quale parteciperebbe il primo ministro del Gun, Abdulhamid Dabaiba. Nella nota viene spiegato che «il vertice affronterà questioni strategiche di interesse comune, tra cui la cooperazione economica e lo sviluppo nella regione del Mediterraneo, il rafforzamento del partenariato nel settore dell’energia e del petrolio, nonché la questione della migrazione irregolare e le sue ripercussioni sulla sicurezza e la stabilità regionale». Il vertice di Istanbul, si legge ancora nella nota, «si inserisce nel quadro del coordinamento in corso tra Libia, Turchia e Italia, con l’obiettivo di spingere verso approcci comuni che servano gli interessi dei popoli della regione e contribuiscano a sostenere la stabilità e la cooperazione internazionale».
A Istanbul vertice trilaterale, con Erdogan e Meloni e Dabaiba
Sullo sfondo del vertice di oggi tra Meloni ed Erdogan c’è il tema migratorio. La Libia continua ad essere il principale Paese di partenza, con circa 21mila migranti arrivati in Italia, con un aumento dell’80% rispetto all’anno scorso.
Il quarto vertice intergovernativo di fine aprile
A fine aprile il presidente turco era stato a Roma per il quarto vertice intergovernativo tra i due paesi e per l’occasione Meloni ed Erdogan avevano discusso anche delle crisi geopolitiche, dal conflitto in Ucraina alla crisi in Medio Oriente. E ovviamente del presente e del futuro della Libia, con la premier che aveva ribadito il comune impegno per una piena stabilizzazione attraverso la mediazione delle Nazioni Unite.
Libia: raid aerei contro narcotrafficanti nell’ovest del Paese
Intanto il ministero della Difesa del Governo di unità nazionale libico ha annunciato l’avvio di raid aerei mirati in aree dell’ovest del Paese, «contro gruppi fuorilegge in aree specifiche, per eliminare contrabbandieri e trafficanti di droga«. Il ministero ha precisato in un comunicato stampa che l’operazione fa parte di un piano più ampio per smantellare le infrastrutture del crimine organizzato, che rappresentano una minaccia diretta alla sicurezza pubblica e all’incolumità dei cittadini. Ha invitato inoltre la popolazione locale a tenersi lontana dai luoghi in cui si concentrano questi elementi. Secondo diversi analisti, le operazioni saranno condotte con molta probabilità nelle zone ad ovest di Tripoli, nei pressi di Zuara, Sabrata e in località limitrofe.