Storie Web venerdì, Maggio 30
Notiziario

«Partire non vuol dire sempre riuscire, restare non significa fallire». Lo ha detto l’imprenditore Karounga Camara, arrivato in Europa da migrante e oggi tornato in Senegal. La “Via di casa” è un racconto di chi resta o di chi torna. Un reportage fotografico tra Dakar, Saly e Saint-Louis, in Senegal: venti immagini protagoniste della mostra fotografica firmata dalla fotoreporter Sara Lamassa e dal giornalista Mario Bonito, nello spazio culturale Porte Rosse a Roma (via dei Sabelli 8, a San Lorenzo, dal 30 maggio).

Chi decide di tornare o di restare in Senegal

Una mostra per raccontare la vita di chi sceglie di non affidarsi ai trafficanti di esseri umani per cercare una vita migliore in Italia o in Europa. Per parlare attraverso le immagini di chi decide di restare o di tornare in Senegal. Magari per fare il pescatore. Per vendere il pescato sulla spiaggia davanti al mercato di Saint-Louis, nel nord del Senegal, al confine con la Mauritania. Scegliendo di stare sotto il sole cocente, fra gli odori pungenti. Di portare il bottino della pesca a riva, a bordo di una delle piroghe che affollano il mare. Spesso con ricavi appena sufficienti per sfamare la famiglia.

Un giovane senegalese a bordo di una piroga, porta il pescato al mercato di Saint Louis

La vita di tutti i giorni di chi vive in riva al mare

«Questo è un Paese fortemente legato alla tradizione, ma in forte cambiamento. Tanti restano perchè sono stufi di vedere morire i loro compagni in mare e il loro futuro è lì, in Senegal», sottolineano Sara Lamassa e Mario Bonito. Le foto raccontano la vita di tutti i giorni di chi resta. Di chi vive in riva al mare. Di chi pesca con le mani, di chi pulisce il pesce dinanzi al mercato, circondato dai colori variopinti delle vesti africane.

Si viaggia su un vecchio e polveroso pullman giallo

Il viaggio su un vecchio pullman giallo

C’è chi porta in testa la spesa appena fatta, chi viaggia a bordo di un vecchio e polveroso pullman giallo. C’è anche chi porta filoni di pane avvolti nella carta di giornale. Una bambina trascina una bambola di pezza sulla strada sabbiosa vicino al mare. Una ragazza guarda il cellulare dinanzi al mare con un bimbo sulle spalle.

Una giovane guarda il cellulare dinanzi al mare con un bimbo sulle spalle

Ma c’è chi sogna di salire sulla piroga per l’ultima volta

Anche se ancora in tanti auspicano un futuro diverso. «C’è anche chi sogna di salire per l’ultima volta sulla piroga, sognando la Spagna, l’Italia. O la Germania o la Francia dove c’è sempre un parente da raggiungere. Fra loro c’è qualcuno che ci ha provato – sottolineano Sara Lamassa e Mario Bonito – ma non ce l’ha fatta. Una, due, tre o quattro volte».

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