Storie Web domenica, Maggio 19
Notiziario

Stamane, come riportano i media locali, un gruppo di manifestanti si è scagliato contro il portone d’ingresso principale del Palazzo presidenziale, a Città del Messico, mentre il capo dello Stato, Andrés Manuel Lopez Obrador, teneva all’interno la sua quotidiana conferenza stampa. In particolare, pare che il gruppo abbia scaraventato contro il portale un pickup bianco rubato, appartenente alla compagnia che fornisce l’energia elettrica a livello federale. Alcuni manifestanti sono stati arrestati, sempre secondo i media messicani.

Tornano a protestare, quindi, i messicani contro la sparizione, a Iguala nel 2014, di 43 giovani studenti, rapiti dalle forze dell’ordine mentre si stavano recando a bordo di tre autobus nella capitale messicana per una raccolta fondi. Attaccati dalla polizia, morirono in otto, 25 furono feriti e gli altri 43, appunto, sparirono nel nulla. Secondo le ricostruzioni fornite in seguito e dopo dieci anni di inchieste, processi e battaglie legali, la versione ufficiale parla della soppressione dei 43 rapiti ad opera di una banda criminale, a cui le forze dell’ordine li avevano consegnati. Quello degli studenti di Iguala è uno dei casi di cronaca che hanno scosso di più il Paese centramericano.

A dieci anni da quei fatti, oltretutto, il Messico vive un anno nuovamente cruciale per la propria storia, dal momento che il 2 giugno prossimo si terranno le elezioni presidenziali.

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