Storie Web mercoledì, Marzo 26
Notiziario

Sembra reggere la ‘tregua’ tra i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, dopo gli scontri a distanza dei giorni scorsi seguiti alla telefonata tra il leader leghista e il vicepresidente Usa J.D. Vance. Attriti che hanno però le loro radici nella posizione diametralmente opposta assunta dai due alleati di governo sul piano di riarmo Ue pensato da Ursula von der Leyen.  

Proprio in vista del nuovo vertice tra i leader in programma giovedì mattina a Parigi, convocato sul tema dell’Ucraina ma dove il convitato di pietra sarà necessariamente il piano Rearm Eu, la premier Meloni pare poter contare su toni più rilassati da parte dei suoi due vice. La presidente del Consiglio non interviene tra i ‘litiganti’ ma fa una mossa a sorpresa: sabato sarà al Congresso di Azione a Roma, come viene annunciato da palazzo Chigi. Una iniziativa che diverse fonti parlamentari leggono come il tentativo di accreditare una forza centrista autonoma, come quella proposta da Carlo Calenda, in funzione anti ‘campo largo’. 

Tornando alla tensione sull’asse FI-Lega, Tajani conferma che con il carroccio “non serve nessun chiarimento in Cdm. Siamo tre forze politiche alleate dal 1994 che però sono diverse, quindi possiamo avere posizioni differenti ma quando si tratta di decidere si fa una sintesi”. D’altra parte anche il segretario azzurro sa bene che i toni dell’ultimo periodo assunti da Salvini sono funzionali al Congresso della Lega, che si terrà il prossimo 5 aprile, e il sentiment nella maggioranza è che le acque si calmeranno ulteriormente dopo quella data. “La diversità – sottolinea però fin da ora Tajani – non ci impedisce di essere leali alleati. Siamo da sempre in famiglie diverse in Europa questo non ha mai impedito di essere alleati”. 

Tajani torna anche sul termine usato nei giorni scorsi e che ha fatto molto discutere. Quello dei ‘quaquaraqua’ “era un riferimento legato al lavoro che hanno fatto i giovani di Forza Italia in una giornata intera di lavoro, intendendo che i partiti seri approfondiscono tutti i temi e gli argomenti al contrario dei populisti che non affrontano seriamente i problemi e lavorano soltanto con slogan”. Ma, ribadisce, “da me non c’è stato alcun riferimento specifico: per me sono partiti populisti Afd o il M5S, ma io non ho mai parlato della Lega e credo che Salvini l’abbia capito molto bene”. E anche sulla telefonata Salvini-Vance, il ministro degli Esteri ripete: “Non mi sento mai scavalcato da nessuno. Metto tutta la mia esperienza a servizio dell’Italia anche nei rapporti con gli Usa. Chi fa la politica estera per gli Usa è il Segretario di Stato, con il quale  sono stato a colloquio un’ora la scorsa settimana e mi sono sentito più volte al telefono. Che il vicepremier Salvini parli di trasporti con altri rappresentanti dei trasporti di altri Paesi – taglia corto Tajani – non c’è niente di male e non mi sento scavalcato, poi la politica estera la fa il ministro degli Esteri con la premier”.
 

 

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