Storie Web domenica, Giugno 23
Notiziario

La segretaria del Pd Elly Schlein ha preso parte al Roma Pride, attaccando il governo Meloni perché nel documento conclusivo del G7 sono spariti rispetto all’anno scorso i riferimenti all’identità di genere e all’orientamento sessuale: “Possono cancellare qualche parola, ma non possono cancellare i nostri corpi e la nostra lotta per la libertà”, ha detto Schlein.

“Noi continueremo a difendere i diritti delle persone Lgbtqia+ nonostante il governo abbia perso un’altra occasione durante questo G7, dove magicamente sono sparite alcune parole. La parola ‘aborto’, ‘identità di genere’, ‘orientamento sessuale’. Possono cancellare qualche parola, ma non possono cancellare i nostri corpi e la nostra lotta per la libertà e l’eguaglianza di tutte le persone”. Lo ha detto la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, prendendo parte oggi al Roma Pride 2024.

“Noi come Pd continueremo a lottare per i matrimoni egualitari, per una legge contro l’odio e l’omobilesbotransfobia e per i diritti di tutti e tutte i figli delle coppie omogenitoriali”, ha aggiunto. “Andremo avanti perché è una vergogna che dopo un anno e mezzo di questo governo Meloni, l’Italia sia scivolata alla 36esima posizione su 48 in Europa, più in basso dell’Ungheria, sui diritti Lgbtqia+. Continueremo a lottare, l’amore non si discrimina”.

La segretaria ha partecipato personalmente alla manifestazione. C’erano anche numerosi esponenti dell’opposizione, dalle bandiere del M5s al carro di +Europa. Gli stessi schieramenti che scenderanno ancora in piazza martedì 18 giugno, nella prima protesta unitaria contro l’autonomia differenziata e il governo. Dopo le elezioni europee, Schlein ha rilanciato l’intenzione di costruire un programma unitario con le opposizioni, e proprio oggi hanno iniziato ad arrivare le risposte.

I leader firmano le dichiarazioni finali del G7: resta fuori il riferimento all’aborto

Sempre dal Pride, Riccardo Magi (segretario di +Europa) ha dichiarato: “All’invito di Elly Schlein non posso che rispondere positivamente, aggiungendo che una piattaforma comune c’è già: no a questo premierato, no all’autonomia differenziata, salario minimo, abolizione della Bossi-Fini per consentire di rispondere all’esigenza del nostro mondo produttivo di avere più lavoratori stranieri, lotta all’omofobia di Stato presentando una legge per le famiglie arcobaleno, legalizzazione della cannabis, sovraffollamento carcerario, concessioni balneari, licenze taxi, risorse per istruzione e liberare ricerca e concorrenza e tanto altro ancora”. Insomma, “il terreno per battaglie comuni c’è”.

Anche Carlo Calenda ha aperto a un accordo, anche se solo su certi aspetti: “Sappiamo che oggi ci sono distanze molto significative sul posizionamento internazionale del Paese, sulla giustizia e sulle politiche di sviluppo. A mio avviso potrà essere più facile trovare un’intesa sui diritti sociali che riguardano i salari, la sanità e l’istruzione”. Alleanza Verdi-Sinistra, che aveva lanciato un appello all’unione delle forze progressiste, ha ribadito la sua posizione con Angelo Bonelli: “Bisogna cominciare a lavorare sui punti e per noi sono centrali la giustizia climatica e sociale. C’è una ricchezza accumulata in poche mani e la crisi non la possono pagare i più deboli, dunque va costruita anche una politica fiscale che vada in questa direzione. Non dobbiamo aver paura di chiedere a chi ha grandissimi patrimoni di contribuire”.

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