Quattro attivisti internazionali, di cui tre italiani, sono rimasti feriti domenica 30 novembre in un attacco condotto da coloni israeliani nella comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, in Cisgiordania, dopo che gli aggressori hanno fatto irruzione nella casa in cui alloggiavano. Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa. Il quarto attivista sarebbe di nazionalità canadese.
Le condizioni dei tre italiani
Secondo le fonti, circa 10 coloni israeliani mascherati hanno fatto irruzione nella residenza degli attivisti all’alba, li hanno picchiati e hanno rubato effetti personali, tra cui passaporti e telefoni cellulari. Fonti mediche e di sicurezza palestinesi hanno riferito che i coloni hanno aggredito gli attivisti, causando quattro feriti che sono stati trasportati all’ospedale di Gerico per le cure necessarie. I tre italiani non sono in gravi condizioni, nonostante lo shock per quanto accaduto: due ragazze hanno riportato ferite lievi, mentre il terzo dovrà restare a riposo 3 giorni. Gli attivisti sono stati assistiti dal sindaco di Gerico e dalla polizia palestinese, a cui hanno denunciato l’accaduto, e sono stati poi dimessi.
Il ministro Tajani in contatto con il console generale
Il consolato generale a Gerusalemme ha seguito la vicenda ed è in contatto con le autorità palestinesi e con i connazionali. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sta seguendo l’accaduto in costante contatto con il console generale.
La richiesta di grazia al presidente Herzog
Sempre domenica il premier israeliano Benyamin Netanyahu, sotto processo per corruzione, ha presentato una richiesta formale per la grazia al presidente Isaac Herzog. Lo riferiscono i media israeliani Netanyahu deve affrontare tre distinti casi di corruzione, istruiti nel 2019, che includono accuse di frode, violazione della fiducia e accettazione di tangenti. Il processo era iniziato il 24 maggio 2020, ma è stato poi ritardato dalla guerra tra Israele e Hamas.
Le accuse contro il premier israeliano
Netanyahu è accusato di aver accettato decine di migliaia di dollari in sigari e champagne da un produttore miliardario di Hollywood in cambio di assistenza per interessi personali e commerciali. È la prima volta che un premier israeliano figura come imputato in un processo iniziato quattro anni fa: Netanyahu si è proclamato innocente fin dall’inizio del procedimento bollando le accuse come «un oceano di assurdità». Se condannato rischia diversi anni di carcere.











