È stato segnato da più di un affondo il discorso di ieri di Mattarella alla cerimonia del Ventaglio davanti alla stampa parlamentare. Lo sguardo è andato sui diversi scenari per concentrarsi su Israele dove continua «l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente» e su Putin che ha «cancellato la pace». E proprio alla luce della violazione di ogni regola e del diritto umanitario, che arriva a spiegare la necessità di una difesa comune Ue mentre c’è l’amarezza per un multilateralismo messo in discussione da chi vuole archiviare l’Onu e l’Oms, senza visione per i rischi sul futuro.
In questo scenario, c’è anche la mano di Trump che è diventata assai pesante sui dazi con una scelta di «contrapposizione economica che rischia di produrre altre forme, più rudi e pericolose, di contrapposizione». Rischio elevato in un mondo dove c’è «una crescente polarizzazione delle ricchezze a fronte di grandi sacche di povertà». Ma, girando lo sguardo sui fatti domestici, due sono le notazioni dal suo discorso di ieri: il richiamo a politica e giustizia che «non si avvertano come fortilizi contrapposti, con l’obiettivo di conquistare spazi in territorio altrui»; e ai partiti sulla Rai. «Il quadro offerto nella commissione parlamentare di vigilanza sulla designazione del presidente della Rai è sconfortante. La libertà vive del funzionamento delle istituzioni, non della loro paralisi». Sono questi i punti che fissa Mattarella prima della pausa estiva e proprio nel giorno in cui il Governo richiama l’ambasciatore russo per aver inserito anche il capo dello Stato tra i “nemici” di Mosca, lui non arretra di un millimetro nel suo j’accuse a Putin, anzi con ironia dice «non ci facciamo mancare nulla».
Ma poi attacca: «Prosegue, angosciosa, la postura aggressiva della Russia in Ucraina: un macigno sulle prospettive del continente europeo e dei suoi giovani». E ancora dà la responsabilità storica a Mosca di aver «cancellato l’equilibrio che garantisce la pace» spiegando che sia i Paesi Ue che Nato che si affacciano sul Baltico «nutrono la grave preoccupazione, se non la convinzione, che la Russia coltivi nuove iniziative di aggressione», tant’è che la Finlandia ha abbandonato la sua neutralità. Ripercorre tutte le tappe di quella fase di «assenza di guerra» per effetto «dell’equilibrio nucleare tra i due grandi blocchi contrapposti», poi la prospettiva di un disarmo e infine dal 2022 questo equilibrio – già indebolito da alcuni passi indietro – non c’è più. Richiama, quindi, l’Europa all’urgenza di «ripristinarlo, insieme alla Nato, non per coltivare prospettive e pericoli di guerra ma, al contrario, per preservare la pace». Ci tiene a notare che «l’esigenza di adeguate capacità difensive dei Paesi Ue», serve a tutelare soprattutto la «sovranità», parola magica di questi tempi ma scarsamente declinata in concreto.
L’affondo più duro però è su quello che accade a Gaza e in Cisgiordania. E lo fa con parole davvero sferzanti contro Israele. Dopo aver ricordato l’attacco brutale di Hamas, non tace però su ciò che sta accadendo ancora, a distanza di anni. Ed è indispensabile leggere tutto il suo passaggio. «L’incredibile bombardamento della Parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza è stato definito un errore. Da tanti secoli, da Seneca a S. Agostino, ci viene ricordato che “errare humanum est, perseverare diabolicum”. Si è parlato di errori anche nell’avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri, nell’aver ucciso bambini assetati in fila per l’acqua». Ecco, aggiunge «è difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente». Parla anche dell’occupazione «abusiva, violenta, di territori attribuiti all’Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania» ma non tace sul riaffiorare «gravissimo, dell’antisemitismo, che si alimenta anche di stupidità».
Guardando a questi scenari, Mattarella difende – come ha fatto infinite volte – il ruolo delle Nazioni Unite accusando «la tendenza a screditare il ruolo dell’Onu, dei suoi Organismi, delle sue Agenzie, facendo perno sulla scarsa efficacia della sua azione che deriva da egoismi di potere di singoli Stati, a partire dall’antistorico diritto di veto». Viene in mente anche la decisione Usa di sanzionare la relatrice speciale sui territori palestinesi occupati, Francesca Albanese. Una parte centrale del suo discorso è, però, sulla libertà di opinione e di informare contrapposta alle fake news, alle nuove piattaforme e degli algoritmi, nuovi armi ibride, concludendo che «la libertà di menzogna non è tra quelle rivendicabili». E in tema di informazione, torna su Gaza «dove si pretende di oscurare la realtà».