Storie Web giovedì, Novembre 7
Notiziario

Ricavi al raddoppio e organico in crescita, con prodotti già utilizzati dai big di ogni settore. E’ il percorso accelerato realizzato da Matix, start up padovana nata da meno di due anni ma già in grado di “qualificarsi” tra i fornitori di colossi dell’industria con i propri sensori impiegati per rendere intelligenti gli stampi.

Il dispositivo, grande quanto un mazzo di carte, dotato di accelerometro e altri meccanismi di rilevazione, utilizzando tecnologia basata su sensoristica IoT riesce a mettere in connessione asset industriali tipicamente “dormienti” eppure essenziali, oggetti utilizzati per produrre in serie ogni componente.

I sensori di Matix ne monitorano l’utilizzo e le perdite di efficienza, oltre a registrare parametri di processo come temperature, colpi effettuati, tempi ciclo. I dati sono poi raccolti e analizzati da una piattaforma software che aiuta a ridurre i costi di gestione degli asset.

I sensori applicati agli stampi rendono di fatto gli oggetti “intelligenti”, in grado cioè di comunicare anzitutto la propria posizione, fatto non banale in presenza di magazzini con centinaia di unità, stampi che inoltre spesso sono detenuti da fornitori esterni a cui vengono assegnate le lavorazioni. Localizzazione a cui si aggiungono dati di performance, quindi i periodi di funzionamento o i “fermi”. «La disponibilità di tutte queste informazioni consente di migliorare l’efficienza dei processi – spiega il co-founder di Matix Riccardo Pistorello – ma anche di prevedere in modo più accurato la manutenzione, intervenendo per tempo prima che si verifichino rotture costose o comunque dannose per le linee».

Scelte di acquisto e utilizzo in fabbrica già effettuate da più gruppi, tra cui Ferrari, Schneider Electric, Haier, con numerose altre trattative avviate.

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