Storie Web giovedì, Novembre 14
Notiziario

Un lungo videomessaggio sul suo profilo Instagram in cui racconta la sua versione riguardo la morte a 19 anni della sciatrice Matilde Lorenzi il 29 ottobre scorso, a seguito delle gravissime lesioni riportate nella caduta durante un allenamento in Val Senales in Alto Adige. 

L’ex campione della ‘Valanga Azzurra’ e commentatore tecnico televisivo Paolo De Chiesa formula ipotesi ed esprime dubbi sulle dinamiche che hanno portato la giovanissima promessa dello sci italiano a perdere la vita nel tragico incidente.

“Converrete che questa tragedia, questo caso sia stato liquidato in quattro e quattr’otto, con una fretta e una impazienza che definire sospette è riduttivo, oltretutto sotto una cortina che definirei omertosa di silenzi e mezze verità inquietanti”, sono le sue durissime parole.

De Chiesa, sin dalle ore successive all’incidente, aveva espresso perplessità circa la dinamica emersa. “Il gestore degli impianti mentre Matilde respirava ancora, si è precipitato a respingere qualsiasi responsabilità a riguardo che in quel punto dove è uscita non doveva esserci nessuna rete salvo constatare che sulla pista Leo Gurschler’ dove si allenano gli atleti di Coppa del mondo ci sono reti B in doppia fila da una parte e dall’altra – ha proseguito De Chiesa.

“Gli allenatori e la commissione medica hanno sostenuto che Matilde si sia provocata queste gravissime lesioni cadendo di faccia sul ghiaccio. Io, a questo riguardo, nutro qualche dubbio, perché, se così fosse, lo sci sarebbe un cimitero a cielo aperto. Oltretutto non c’è un’autopsia che possa avvalorare o confutare questa ipotesi, questa tesi”. 

De Chiesa, ha poi aggiunto, “io credo, invece, che ci si possa fare così male quando si finisce contro un ostacolo, quando si subisce un impatto violentissimo, come quello che è successo a Matilde che è caduta in pista vicina al bordo pista dove c’è un muretto di neve come il cemento, accumulata dalla battitura del gatto, che fa da rampa di lancio per cui Matilde è stata sbalzata fuori pista con un dislivello di almeno due-tre metri fuori pista per uno schianto terrificante”. 

L’ex campione dello sci alpino ha concluso dicendo, “questo caso secondo me ha molti lati oscuri, ci sono molto punti interrogativi”.

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