Storie Web sabato, Marzo 29
Notiziario

Dal recupero del palladio dai catalizzatori esausti in Toscana al trattamento dei materiali delle batterie in Sardegna passando dall’ottimizzazione delle acque reflue industriali o dal riciclo dei magneti permanenti estratti da dischi rigidi e motori elettrici. Sono i filoni al centro dei quattro progetti italiani selezionati dalla Commissione Europea nella lista finale dei progetti strategici per le materie prime critiche. Si tratta di 47 progetti europei che contribuiranno al rafforzamento dell’autosufficienza dell’Unione in termini di approvvigionamenti di materie prime, riducendo le dipendenze da fonti esterne e rendendo le catene del valore sempre più resilienti e sostenibili.

Un processo in più fasi

I nuovi progetti rappresentano una milestone importante nell’implementazione del Critical Raw Materials Act, che mira a garantire che l’estrazione, la trasformazione e il riciclo europei di materie prime critiche e strategiche soddisfino rispettivamente il 10%, il 40% e il 25% della domanda dell’UE entro il 2030. Dopo un processo sviluppatosi in diverse fasi, sia europee che nazionali, l’Italia ha ottenuto un importante risultato: su dieci progetti di riciclo riconosciuti strategici a livello europeo, quattro sono in Italia: in Veneto, Toscana, Lazio e Sardegna.

Pichetto Fratin: i progetti confermano forte orientamento dell’Italia verso la circolarità

Secondo il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, «il risultato ottenuto – per la prima volta dall’approvazione del Critical Raw Materials Act e dall’approvazione della nuova legge italiana – dà l’avvio ad una nuova visione del settore delle materie prime in Italia, incentrata sulla competitività ma anche sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Infine – aggiunge il ministro – i progetti italiani che hanno ottenuto il riconoscimento di progetti strategici confermano il forte orientamento del nostro Paese verso la circolarità, la valorizzazione e l’uso efficiente delle risorse».

(Adobe Stock)

Il recupero del palladio in Toscana

Nel dettaglio, il progetto toscano “Alpha Project”, promosso da Solvay Chimica Italia, punta a realizzare un impianto per il recupero del palladio dai catalizzatori esausti e riutilizzarlo per produrre nuovi catalizzatori. L’impianto, che sorgerà a Rosignano Marittimo, applicherà una tecnologia concettualizzata e testata a livello di laboratorio dal gruppo belga. Il perossido di idrogeno, nella sua versione “ultrapura” – come quella realizzata nel sito Solvay di Rosignano – è utilizzato nell’industria dei semiconduttori, per la fabbricazione di chip utilizzati nei dispositivi di ultima generazione.

La strada della idrometallurgia nel Lazio

Nel Lazio, invece, la scelta della Ue è caduta sul progetto “Life22-Env-It-Inspiree”, promosso da Itelyum Regeneration. Il progetto mira a creare uno dei primi impianti industriali, a livello europeo, per il recupero delle terre rare dai magneti permanenti estratti da dischi rigidi e motori elettrici. Il progetto prevede il disassemblaggio dei magneti e il recupero delle terre rare tramite idrometallurgia. Inspiree si baserà sui risultati da precedenti progetti pilota finanziati dalla Ue. Il processo idrometallurgico, brevettato da uno dei partner, è stato trasferito a Itelyum.

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