Un viaggio alla scoperta di relitti, città sommerse e tesori storici. Un’esplorazione delle profondità marine attraverso percorsi in aree protette e parchi sommersi. Valorizzare la dimensione subacquea in chiave turistica con la mappatura di zone di interesse e itinerari paesaggistici e culturali è uno degli obiettivi del disegno di legge sulle filiere marittime che arriverà lunedì in Consiglio dei ministri e che Il Sole 24 Ore ha potuto visionare. Una trentina di articoli con numerose norme (dall’istituzione di zone contigue allo sviluppo della nautica da diporto, passando per la figura professionale del “consulente chimico di porto”) e al centro disposizioni per valorizzare l’attività subacquea a scopo ricreativo.
Spetterà al ministro del Turismo (di concerto con gli altri dicasteri coinvolti) individuare con un decreto le “zone di interesse turistico subacqueo” selezionate in base a quattro criteri: innanzitutto la sicurezza (con la presenza di condizioni ambientali favorevoli per le immersioni), poi la rilevanza paesaggistica-faunistica, archeologica e culturale. Il passo successivo sarà favorire la promozione di itinerari subacquei in queste aree da parte dei centri di immersione e di addestramento. Non si parte da zero: il progetto “Turismo archeologico subacqueo” della Regione Campania (inserito nell’ambito dell’iniziativa “Viaggio italiano” promossa proprio dal ministero del Turismo) aveva già censito 31 aree marine protette e 2 parchi sommersi proponendo 5 itinerari, tra cui uno sui relitti con anfore che segue le tracce degli antichi commerci nel Mediterraneo tra Sardegna, Campania, Puglia e Sicilia. La cooperazione internazionale è un ulteriore compito affidato dal Ddl al ministero guidato da Daniela Santanchè che dovrà favorire «la condivisione di best practice, esperienze e know-how tra Paesi che ospitano aree marine, lacustri e fluviali di interesse turistico».
Tra i 60 siti italiani protetti dall’Unesco, undici sono collegati alla “risorsa mare”: il disegno di legge autorizza il ministero del Turismo a condividere esperienze attraverso accordi di gemellaggio con altri Paesi. Per il resto, lo schema di provvedimento – che porta la firma del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci – istituisce innanzitutto le «zone contigue» tra le 12 e le 24 miglia marine dalla linea di base da cui si misura la larghezza del mare territoriale: una mossa che permette di estendere l’esercizio della giurisdizione, ai fini del contrasto delle attività illegali o di ricerca. Per la nautica da diporto, si prevedono semplificazioni per rendere i porti turistici più competitivi, anche facilitando il rinnovo della licenza di navigazione e istituendo un archivio telematico centrale delle unità di diporto. Il provvedimento crea inoltre la figura del «consulente chimico di porto» per gli accertamenti di sicurezza, con appositi registri tenuti dalle Capitanerie, e digitalizza le carte, i libri e i documenti di bordo per renderli interoperabili con i registri a terra.
Rilevanti sono le norme sulla pesca: con il Ddl è pronta al debutto la cassa integrazione per i marittimi del settore, attesa da anni, che farà leva sulla Cisoa (la cassa speciale operai agricoli) e sarà sostenuta dai contributi dei datori di lavori (per due terzi) e dei lavoratori (per un terzo). Un decreto Agricoltura-Lavoro definirà i dettagli operativi.