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Questi soggetti «a decorrere dall’anno 2025, non possono effettuare spese per l’acquisto di beni e servizi per un importo superiore al valore medio sostenuto per le medesime finalità negli esercizi 2021, 2022 e 2023. Per le fondazioni lirico-sinfoniche e i teatri di tradizione, gli esercizi finanziari di riferimento sono gli anni 2022 e 2023», escluso il periodo Covid

di Redazione Roma

Spunta tra i commi della manovra anche una spending review per enti, società, organismi e fondazioni che ricevano contributi pubblici “di entità significativa” (che andrà definita da un Dpcm). Su di essi gli organismi interni di controllo dovranno fare una verifica e inviare una relazione annuale al Mef. Questi soggetti «a decorrere dall’anno 2025, non possono effettuare spese per l’acquisto di beni e servizi per un importo superiore al valore medio sostenuto per le medesime finalità negli esercizi 2021, 2022 e 2023. Per le fondazioni lirico-sinfoniche e i teatri di tradizione, gli esercizi finanziari di riferimento sono gli anni 2022 e 2023», escluso il periodo Covid. La manovra ha ottenuto il via libera della Camera, e ora va all’esame del Senato.

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