Confindustria auspica «una manovra incisiva» e avverte che «al momento non offre risposte adeguate ai problemi e ai rischi segnalati», quelli di «perdere base produttiva», «soprattutto perché non appare in grado di invertire quella tendenza a livelli di crescita da zero virgola». Il direttore generale Maurizio Tarquini lo indica in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. «Apprezziamo, e riteniamo che sia un bene da preservare, l’attenzione sui conti pubblici» ma «il punto è che sono sostanzialmente assenti il sostegno agli investimenti e alle imprese che li realizzano», dice. E sottolinea: il Paese è «di fronte a un bivio», «avvertiamo la necessità e l’urgenza di segnali chiari e di misure coraggiose»
Confindustria: economia in stallo, difficile anche Pil +0,8%
«L’economia italiana è in sostanziale stallo, confermato anche dai dati dell’ultimo trimestre e siamo abbastanza certi che non riusciremo quest’anno a raggiungere il risultato dell’1% di crescita del Pil, forse sarà difficile lo 0,8% stimato da quasi tutti, compreso noi» aggiunge Tarquini.
«Introdurre Ires premiale da 5 punti»
«Occorre dare un segnale forte per le imprese, gli investitori esteri e gli osservatori internazionali. Ci riferiamo a un sistema premiale per chi decida di continuare a fare impresa in Italia, investendo, e per chi decida di spostare sull’Italia i capitali per produrre. È il momento di essere coraggiosi, disegnando un meccanismo di Ires premiale: un taglio nell’ordine di 5 punti percentuali dell’aliquota applicabile alle imprese che trattengano utili, così da consolidarsi patrimonialmente, e che effettuino determinate tipologie di investimenti, rilevanti sul piano del rafforzamento competitivo, specie nell’ottica delle transizioni, delle nuove assunzioni e del welfare aziendale. Si tratta di un disegno già tracciato nella delega fiscale cui occorre ora dare pronta attuazione. Siamo consapevoli del principale ostacolo dei vincoli di bilancio. Ma riteniamo che già solo nelle pieghe della manovra vi sia spazio per una diversa, e a nostro giudizio più produttiva, composizione degli interventi» spiega ancora il direttore generale di Confindustria.
«Manovra troppo intrusiva in governance imprese»
E ancora: «Non possiamo non rilevare come la manovra, in alcuni passaggi, appaia troppo intrusiva nelle dinamiche d’impresa. Ci riferiamo soprattutto alle disposizioni che introducono per società, enti, organismi e fondazioni che ricevono contributi a carico dello Stato l’obbligo di integrare la composizione del collegio di revisione o sindacale con un rappresentante del Mef. In sede di prima applicazione, la soglia di significatività dei ’contributi’ è fissata in 100 mila euro annui. Una previsione analoga, sebbene dall’ambito applicativo ancor più dubbio, impone un tetto ai compensi degli amministratori pari al 50% di quello che spetta al primo presidente della Corte di Cassazione».
Cisl: in manovra punti positivi, no ai tagli sulla scuola
Aperture sulla legge di bilancio vengono dalla Cisl. La manovra, «nei limiti finanziari imposti dal Patto di stabilità europeo, presenta diversi interventi in linea con le rivendicazioni avanzate da mesi dalla Cisl e di conseguenza, pur riscontrando, a nostro giudizio, alcuni aspetti migliorabili e da modificare, riteniamo che il disegno di legge risponda in modo significativo a diverse urgenze dei lavoratori, delle famiglie e del sistema socio-economico nel suo complesso». Cisì il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, in audizione presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Tra i punti su cui chiede di intervenire, innanzitutto la Cisl «si oppone al taglio strutturale degli organici nella scuola ed al blocco parziale del turnover nella Pa, nell’Università e nella Ricerca». Dice no anche al taglio sul fondo automotive. E ritiene fondamentale «aprire il confronto su una riforma organica della previdenza per introdurre maggiore flessibilità, sostenibilità sociale e inclusione, specialmente per giovani e donne». Fronti su cui la Cisl «è pronta al confronto costruttivo e collaborativo con il parlamento e il governo».