Storie Web mercoledì, Ottobre 15
Notiziario

Il presidente malgascio, Andry Rajoelina, aveva chiesto «un anno di tempo» per sanare le fratture interne al Paese e ripristinare gli equilibri. Non ci sono stati margini. La crisi del Madagascar, l’isola da oltre 30 milioni di abitanti a largo della costa dell’Africa australe, è entrata in una nuova fase con l’annuncio della presa di potere del Corps d’administration des personnels et des services administratifs et techniques o Capsat, la divisione dell’esercito che si era già insubordinata e aveva aderito alle rivolte della Gen Z contro Rajoelina.

Il colonnello Michael Randrianirina ha ufficializzato l’ascesa al potere dei militari ed è subentrato allo stesso Rajoelina nella veste di presidente, avviando una fase di «transizione» verso un governo civile scandita da una revisione radicale delle istituzioni malgasce.

Indicando lo stesso Randrianirina come nuovo leader, la Corte costituzionale di Antananarivo aveva chiesto il ritorno alle urne entro due mesi. Randrianirina ha ampliato la finestra un tetto «massimo» di due anni, sempre sotto il timone della giunta militare: «Il periodo di ristrutturazione durerà al massimo due anni. Durante questo periodo, si terrà un referendum per stabilire una nuova Costituzione, seguito da elezioni per istituire gradualmente le nuove istituzioni» ha dichiarato ai giornalisti, in una traiettoria che sembra ricalcare quella dei rovesciamenti di potere golpistici inanellati fra 2019 e 2023 nella fascia saheliana.

In precedenza il parlamento malgascio aveva votato per l’impeachment di Rajoelina, evacuato d’emergenza su un volo francese la scorsa domenica dopo l’ondata di proteste giovanili e lo strappo di alcune divisioni dell’esercito a favore delle proteste. Oggi l’ex presidente si trova in un «luogo sicuro» ma non sono disponibili dettagli sulla sua collocazione, dopo aver denunciato per giorni le ombre di un «complotto» a suo danno.

Dal taglio dell’elettricità alla fuga di Rajoelina

Il crescendo è stato rapido. Le manifestazioni guidate dal movimento della Gen Z Mada, gli under 30 del Madagascar, sono dilagate a fine settembre su ispirazione delle ondate di dissenso «generazionale» propagate dal Nepal alle Filippine e già anticipate dalle fibrillazioni dei giovani di Kenya, Uganda e Nigeria nel 2024.

Condividere.
© 2025 Mahalsa Italia. Tutti i diritti riservati.