L’ultimo giro di Piazza. Non annunciato, una grande sorpresa per le 50mila persone affluite per la Pasqua. Francesco ha pronunciato dalla Loggia di San Pietro, poche parole, tra i saluti ai fedeli e la benedizione Urbi et Orbi. Parole soffocate dalla sofferenza, un sibilo che diceva tutto sul suo stato e sulla ripresa che in realtà non c’era mai veramente stata. Lunghi minuti sulla papamobile, con anche carezze ai bambini che gli sono stati avvicinati, la sua mano che salutava e benediva, sempre più faticosamente.
L’incontro con Vance, non in agenda
L’ultima giornata di vita di Francesco è stata particolarmente intensa, forse più di tutte da quando il 23 marzo era stato dimesso dal policlinico Gemelli, dopo oltre un mese di ricovero in cui per due volte era stato sull’orlo di morire. Prima l’incontro – non in agenda – con il vice presidente JD Vance, con foto di cordialità e uova di pasqua, poi il trasferimento nella Loggia, il lungo giro in papamobile e alla fine anche il breve incontro con il premier croato Andrej Plenkovic e la famiglia.
L’ultimo discorso è un testamento spirituale
L’ultimo discorso, letto dal maestro delle cerimonie, alla fine è un testamento spirituale che più di ogni altro resterà: la condanna delle guerre, del riarmo, delle oppressioni, e favore della pace, dell’accoglienza dei migranti. Ma resterà anche la visita ai carcerati di regina Coeli del giovedì santo, l’unica uscita dai confini dello stato vaticano compiuto dopo il lungo ricovero. Ma anche l’incontro con i medici e paramedici del Gemelli, che lo hanno assistito dal 14 febbraio al 23 marzo.