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Notiziario

Tutti i mercoledì sera partiva in elicottero dalla sua abitazione a Biassono, in provincia di Monza, per raggiungere la famiglia nel loro castello di Castelguelfo a Noceto, in provincia di Parma. Ma l’ultimo viaggio è stato fatale. Lorenzo Rovagnati è morto a 41 anni, lasciando la moglie Federica Sironi incinta del suo terzo figlio. Insieme al fratello Ferruccio era titolare dell’azienda Rovagnati, fondata durante la Seconda guerra mondiale dal nonno paterno.

Nel 1941, a Biassono, Angelo Ferruccio Rovagnati avvia la produzione di burro e formaggi, ma è suo figlio Paolo, classe 1944, il vero artefice del successo dell’impresa. Nel caseario la concorrenza in Lombardia è agguerrita, invece c’è un settore, quello dei salumi, dove la piccola azienda può arrivare a dire la sua. Così Paolo prima trasforma il caseificio in un salumificio, e poi rende l’attività familiare del padre una vera e propria industria su grande scala.

Per non sfidare il prosciutto crudo dei vicini emiliani, Paolo Rovagnati decide di puntare sul segmento dei cotti di alta qualità. Negli anni Ottanta compie il grande balzo: come fino ad allora faceva solo il Consorzio di Parma, propone la marchiatura a fuoco in continuo sulla cotenna del Gran Biscotto, il prodotto più importante, rendendolo ben riconoscibile a prima vista tra gli altri prosciutti cotti e facendolo conoscere a milioni di consumatori italiani grazie anche alle promozioni televisive di Mike Bongiorno su “La Ruota della fortuna”.

In quegli stessi anni la Rovagnati continua la sua crescita produttiva, lanciando sul mercato oltre 20 tipi diversi prosciutti cotti e la Sgrassatella, una pancetta magra. A queste novità di prodotto si affianca l’espansione della struttura: oggi Rovagnati ha cinque unità produttive in Italia, tra la Lombardia e l’Emilia Romagna.

Paolo Rovagnati scompare a soli 64 anni, nel 2008, e la titolarità dell’azienda passa ai due figli Ferruccio e Lorenzo. Con la terza generazione alla guida la Rovagnati comincia la sua espansione all’estero: prima con le esportazioni, che si concentrano su Francia, Belgio, Germania, Irlanda e Stati Uniti, e poi con l’apertura nel 2020 di uno stabilimento a Vineland, in New Jersey, dove affettare e confezionare i prodotti destinati al mercato americano. Negli ultimi anni Rovagnati sbarca anche in Canada, Hong Kong, Messico e Singapore, mentre il gruppo è rafforzato anche da acquisizioni come quella dello storico marchio di affettatrici Berkel e di Pineider. Oggi Rovagnati ha 1.200 dipendenti, fattura 335 milioni di euro e opera in più di 20 Paesi.

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