Storie Web giovedì, Ottobre 23
Notiziario

Il primo allarme scatta nelle banche dati: società – spesso cooperative – con il profilo tipico delle «partite Iva apri e chiudi», che hanno vita operativa breve, presenza di dipendenti, buchi fiscali e contributivi.

Da qui parte la Guardia di finanza con un progetto d’indagine ampio sull’indebita somministrazione di manodopera – dove si saldano frodi Iva e abbattimenti illeciti dell’Ires, fenomeni che poggiano su fatture giuridicamente inesistenti. È in aumento su scala nazionale, con un nesso stretto alla logistica, pur manifestandosi– seppur in misura minore – anche in altri comparti.

Sulla carta i grandi gruppi delle spedizioni – italiani e stranieri – appaltano ad altre società servizi come facchinaggio, picking, smistamento e trasporto. Nei fatti non c’è alcuna vera esternalizzazione. Gli appalti sono solo una maschera che copre ciò che queste società offrono realmente: la fornitura di manodopera, in modo illecito, perché operano al di fuori dei confini normativi dell’Albo informatico del ministero del Lavoro che raccoglie le agenzie interinali riconosciute.

La convenienza è chiara. Le imprese della logistica si assicurano dipendenti che dipendenti non sono. Tradotto: turni, badge, ordini sono gestiti da loro; stipendi, sotto i minimi dei contratti collettivi, e contributi, regolarmente evasi, gravano invece su queste società fornitrici, che offrono la manodopera a prezzi molto convenienti.

Lo chiamano dumping salariale: abbassare il costo del lavoro per fare concorrenza sleale e praticare tariffe di spedizioni inferiori a quelle di chi rispetta le regole. In superficie, efficienza. Sotto, il trucco contabile e quel margine che non nasce dall’organizzazione, ma dal risparmio sui diritti.

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