Storie Web sabato, Maggio 18
Notiziario

C’è chi paga solo il 10% del reddito guadagnato in Italia e se proprio va male calcola le tasse dovute solo sul 50% dei redditi annui. C’è chi invece da bravo paperone grazie alle sue disponibilità versa in tutto 100mila euro per chiudere il conto il Fisco, o ancora chi lascia all’Erario il 7% della pensione. Sono i 37.331 contribuenti che, trasferendo in Italia la residenza hanno trovato il loro paradiso fiscale. Ad aggiornare i numeri dei contribuenti che sfruttano i regimi speciali del sistema fiscale italiano introdotti per riportare in Italia professionalità e dipendenti espatriati o ancora pensionati o neo residenti danarosi, è stato a fine aprile il Dipartimento delle Finanze pubblicando sul sito le dichiarazioni dei redditi 2023 relative all’anno d’imposta 2022.

Paperoni vicini a quota mille

I neo residenti danarosi che hanno scelto l’Italia per vivere sono vicini a quota mille. Dalle ultime dichiarazioni dei redditi rese disponibili emerge che i paperoni che cono dichiarati al fisco sono in tutto 957. Il 46% di questi soggetti ha prodotto in Italia un reddito complessivo pari a 75 milioni di euro prevalentemente costituito da reddito da lavoro dipendente (pari all’86% del totale). Il regime agevolato, in vigore dal 2017, prevede per le persone fisiche che si trasferiscono in Italia e optano per l’agevolazione neo-residenti, a prescindere dallo svolgimento di una particolare attività lavorativa, l’applicazione di un’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero calcolata in via forfetaria pari a 100.000 euro per ciascun periodo d’imposta in cui risulta valida l’opzione. L’agevolazione può essere estesa anche ai familiari. Per questi ultimi l’imposta forfettaria è ridotta a 25.000 euro. L’opzione è revocabile e comunque cessa di produrre effetti una volta trascorsi quindici anni dal primo periodo d’imposta di validità e non è cumulabile con le agevolazioni per il rientro dei docenti e ricercatori e degli impatriati. Per i redditi prodotti in Italia la tassazione resta quella ordinaria.

Pensionati, vado al Sud

Per far concorrenza al Portogallo anche l’Italia dal 2019 ha introdotto un drastico taglio delle tasse ai pensionati stranieri che si trasferiscono in Italia. Ma non in tutta Italia. L’agevolazione spetta infatti se il pensionato prende la nuova residenza italiana in un comune delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore a 20.000 abitanti. Lo sconto concesso è particolarmente invitate visto che sul 93% della pensione di fonte estera non si versa nulla in Italia potendo applicare un’aliquota a titolo di imposta sostitutiva del 7%. A scegliere il paradiso fiscale del Sud Italia e delle isole, stando sempre ai dati dell’anno d’imposta 2022 (dichiarazioni 2023) sono stati 474 soggetti che hanno dichiarato reddito da pensione estera per un importo di 19 milioni di euro (40.210 euro in media) e un totale di redditi di fonte estera di 28,7 milioni di euro. L’imposta sostitutiva dichiarata ha sfiorato i 2 milioni di euro.

Ricercatori professori e impatriati

Il regime agevolato per riportare talenti e lavoratori in Italia ha subito più di una modifica anche a inizio anno con l’attuazione della riforma fiscale e in particolare con il decreto sulla fiscalità internazionale il quale ha portato tagliato al 50% il regime agevolato e non per tutti i lavoratori. Comunque sia la fotografia scattata dal Dipartimento delle Finanze con le ultime dichiarazioni rese disponibili evidenzia che nel 2022 i docenti e ricercatori interessati dall’esenzione dalla tassazione del 90% dei redditi sono stati oltre 3.300 per un ammontare lordo medio da lavoro dipendente di 56.492 euro, mentre il regime degli impatriati ha coinvolto oltre 32.600 lavoratori dipendenti per un ammontare lordo medio da lavoro dipendente di 114.501 euro .

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