Storie Web lunedì, Maggio 20
Notiziario

Male il tessile-abbigliamento, in caduta di quasi dieci punti. Ma in calo anche gomma-plastica, metallurgia ed elettronica, macchinari e mezzi di trasporto. Sono poche le eccezioni positive nei dati Istat di marzo della produzione industriale, che vede su base annua una riduzione del 3,5%. Il mini recupero di febbraio in termini congiunturali è quindi subito riassorbito, con una frenata mensile dell’output manifatturiero dello 0,5% rispetto al mese precedente, risultato che porta in rosso dell’1,3% il bilancio del trimestre. In termini tendenziali la riduzione come detto è del 3,5% e si tratta del 14esimo risultato negativo consecutivo, in un trend discendente avviato nel febbraio del 2023.

Il calo interessa tutti i principali tipi di industrie a livello aggregato ma è più spiccato per i beni durevoli. Nel settore dei macchinari, giù di quasi sei punti, inizia probabilmente a pesare il lungo stand-by del mercato nazionale, in attesa della messa a terra definitiva dei bonus 5.0 per poter riavviare il ciclo degli investimenti da parte dei clienti. Poche tra i settori le eccezioni positive: alimentari, legno-carta, chimica e farmaceutica. Nel bilancio gennaio marzo la manifattura è in rosso di oltre tre punti e l’unico comparto positivo è quello alimentare. Sulle prospettive di crescita arriva così una piccola doccia fredda, all’interno di un quadro che continua a restare in bilico.

Le ultime indicazioni in arrivo dall’economia sono in effetti miste, con un’occcupazione che continua a battere nuovi record e con un Pil del primo trimestre cresciuto oltre le attese, progresso dello 0,3% (il terzo rialzo consecutivo) superiore a quanto realizzato da Germania e Francia, sintesi di un aumento del valore aggiunto in tutti i comparti. Con un distinguo non banale: se infatti la voce industria in senso lato vede un valore aggiunto trimestrale in crescita, questo è legato alla sola voce “costruzioni”, mentre l’industria in senso stretto, come si è visto, ha imboccato un trend discendente.

Continuano in effetti dall’economia ad arrivare segnali misti ed è difficile, guardando all’ultimo dato del Pil, pensare ad una situazione che volge “al bello” in modo chiaro, tenendo conto ad esempio di quanto accade nelle rilevazioni qualitative. Ad aprile è infatti in discesa la fiducia delle imprese, calo generalizzato che coinvolge anche il comparto manifatturiero, dove peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sul livello di produzione. Così come è in calo, dopo sei mesi consecutivi di progressi, anche l’indice Pmi dei direttori d’acquisto, parametro che scende sotto la soglia critica di 50, quella che separa la contrazione dalla crescita

Il quadro in Europa

Situazione che anche in Europa presenta più fattori di incertezza, a partire dalla prima manifattura Ue, la Germania. Anche se le stime di crescita per l’intero 2024 sono state di recente riviste verso l’alto di un decimale, da +0,2 a +0,3%, l’industria continua a manifestare debolezze diffuse. A marzo la produzione industriale cede infatti lo 0,4%, il 3,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con dati negativi che si allargano anche agli ordini, dunque agli incassi futuri delle imprese. Tra i nodi, anche l’auto, reduce da un 2023 ancora in crescita (produzione interna in progresso a doppia cifra) ma ora inserita in un trend discendente, con una produzione nazionale in discesa del 9%, trainata verso il basso in particolare dalla caduta della domanda per i modelli elettrici. Nel paese prosegue anche la crescita delle richieste di fallimenti, arrivate a sfiorare le 10mila unità nel mese di febbraio, per un totale di 4,6 miliardi di asset coinvolti, il triplo rispetto a quanto accadeva nello stesso mese del 2019, prima del Covid.

Condividere.
© 2024 Mahalsa Italia. Tutti i diritti riservati.