Il disegno di legge sul Fine vita, proposto ieri dai relatori di maggioranza, è stato adottato come testo base da cui partirà l’esame al Senato, dopo mesi di stop and go. Messo ai voti delle commissioni Giustizia e Sanità, ha avuto il via libera del centrodestra, contrarie tutte le opposizioni. Le commissioni hanno anche stabilito che entro l’8 luglio si potranno presentare emendamenti al testo. Il provvedimento è atteso in aula il 17 luglio.
I relatori Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Ignazio Zullo (Fratelli d’Italia) hanno chiuso la stesura del disegno di legge. Il testo, composto da quattro articoli, punta a regolamentare il complesso delle decisioni mediche e legali relative alle fasi terminali della vita di persone gravemente malate. Il primo articolo, al comma due, dichiara nulli “gli atti civili ed amministrativi” che non rispettano le “tassative disposizioni” previste dalla legge.
Il secondo articolo modifica l’articolo 580 del Codice penale e stabilisce che “non è punibile chi agevola” il suicidio medicalmente assistito. Tra le modifiche apportate, scompare l’aggettivo ‘etico’ dalla denominazione del Comitato incaricato di valutare le richieste di accesso al Fine vita, che si chiamerà dunque semplicemente “Comitato nazionale di valutazione”. Restano i sette esperti nominati dal presidente del Consiglio per cinque anni: a loro il compito di decidere sulle richieste entro 60 giorni, prorogabili di altri 30. Se la domanda viene respinta, può essere ripresentata “nei soli casi in cui è dimostrato dall’interessato l’intervenuta sussistenza dei requisiti stabiliti” e “comunque non prima di 180 giorni”, invece dei 4 anni previsti in precedenza.
Infine, il testo chiarisce che il Servizio sanitario nazionale resterà escluso dal coinvolgimento nelle pratiche di suicidio medicalmente assistito per quanto riguarda “il personale in servizio, le strumentazioni e i farmaci”. Altra modifica evidente, il fatto che dal primo articolo è stata eliminata la formula che faceva riferimento alla tutela della vita “dal concepimento alla morte naturale”, espressione contestata dalle opposizioni. Per quanto riguarda le cure palliative, queste non saranno obbligatorie ma verranno messe a disposizione. L’articolo 3 stabilisce le modalità per garantirne l’accesso, con l’obiettivo di evitare differenze tra una Regione e l’altra. Confermata la non punibilità di chi aiuta. Per uno dei relatori, il senatore Pierantonio Zanettin di Forza Italia, il testo base “è il frutto di una mediazione non al ribasso” e ribadisce che il ddl “si muove all’interno della sentenza della Corte Costituzionale, quindi non sancisce un diritto al suicidio”.
Mentre per il senatore del Pd Alfredo Bazoli “questo testo è francamente poco digeribile, occorre modificarlo, così non va bene, rischia paradossalmente di essere quasi peggio dello status quo”.