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L’Italia ha registrato un aumento del 138% nelle esportazioni di armi pesanti dal 2015-2019 al quinquennio 2020-2024, salendo al sesto posto mondiale. Il Medio Oriente è la principale destinazione, con il Qatar, il Kuwait e l’Egitto tra i principali acquirenti.

Il commercio globale di armi è sempre stato un tema delicato e controverso, con implicazioni che si estendono ben oltre le dinamiche economiche. Un rapporto dell’Istituto Internazionale di Stoccolma per la Ricerca sulla Pace (Sipri) ha fornito una panoramica estremamente chiara degli sviluppi più recenti in questo settore, evidenziando in particolare il ruolo crescente dell’Italia come esportatore di armi. Negli ultimi cinque anni, la guerra in Ucraina ha avuto un impatto significativo sul mercato degli armamenti, accelerando la vendita di armi in tutto il mondo e influenzando anche le dinamiche regionali; l’Italia, in questo contesto, ha visto un’impennata delle proprie esportazioni, posizionandosi tra i principali attori a livello globale.

L’impennata dell’Italia

Nel quinquennio 2020-2024, l’Italia ha registrato un aumento del 138% nelle esportazioni di armi pesanti rispetto al periodo 2015-2019, un risultato che ha permesso al nostro Paese di salire dal decimo al sesto posto nella classifica globale degli esportatori di armamenti: con una quota del 4,8% sul totale delle esportazioni mondiali di armi pesanti, l’Italia è infatti diventata uno degli attori più importanti in questo mercato. Questo incremento è stato senza precedenti: non esiste alcun altro Paese che abbia visto una crescita così significativa in percentuale nelle vendite di armi pesanti. Il rapporto Sipri sottolinea comeil nostro Paese abbia infatti approfittato delle tendenze globali per rafforzare la sua posizione nel commercio di armamenti, contribuendo in maniera determinante al mercato internazionale.

Il Medio Oriente come zona privilegiata

Il rapporto Sipri analizza anche le destinazioni principali per le armi italiane, e il Medio Oriente emerge come una delle aree principali per le esportazioni: l’Italia è stata infatti il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, a fornire armi alla regione, con una quota complessiva del 13%. In particolare, il Qatar si è rivelato uno dei maggiori acquirenti delle nostre armi pesanti, con il 28% delle esportazioni italiane dirette al Paese. Nonostante il conflitto a Gaza, le importazioni di armamenti da parte di Israele sono rimaste praticamente invariati. Nel periodo 2020-2024, gli Stati Uniti hanno rappresentato la principale fonte di rifornimenti, con una quota del 66%, seguiti dalla Germania (33%) e dall’Italia (1%). Altri Paesi destinatari significativi sono stati il Kuwait e l’Egitto, ai quali sono andati rispettivamente il 18% delle esportazioni italiane. Tutti dati che mettono in evidenza come l’Italia abbia saputo consolidare il proprio ruolo di fornitore privilegiato di armamenti per una regione strategica, segnata da conflitti e instabilità.

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Il ruolo crescente degli Stati Uniti e l’ascesa della Francia

Nel contesto più ampio delle esportazioni di armi, il rapporto Sipri evidenzia il continuo predominio degli Stati Uniti, che hanno registrato un incremento del 21% nelle esportazioni di armamenti dal periodo 2015-2019 al quinquennio 2020-2024. Gli Stati Uniti ora detengono una quota globale del 43%, un dato che li conferma come i principali esportatori mondiali di armamenti. Una novità significativa è poi che, per la prima volta in due decenni, la maggiore destinazione delle armi statunitensi è diventata l’Europamaggiore destinazione delle armi statunitensi è diventata l’Europa, con una quota del 35%, superando il Medio Oriente, che ha visto una riduzione delle importazioni al 33%. Tra i Paesi europei, la Francia ha avuto un ruolo crescente, diventando il secondo maggior fornitore mondiale di armi nel periodo 2020-2024, grazie a un aumento significativo delle esportazioni verso altri Paesi europei e alla fornitura di armamenti all’Ucraina, soprattutto dopo l’invasione russa nel 2022.

Il declino delle esportazioni russe e il cambiamento delle dinamiche globali

Se da un lato gli Stati Uniti e la Francia hanno visto quindi un’espansione delle loro esportazioni, la Russia ha registrato invece un drastico calo: le sue esportazioni di armi sono diminuite del 64% dal 2015-2019 al periodo 2020-2024. Questo declino era già in corso prima dell’invasione dell’Ucraina, con il volume di esportazioni della Russia che era sceso a livelli significativamente inferiori rispetto ai precedenti decenni. La Francia, quindi, è riuscita insomma a surclassare la Russia, scalando così la classifica degli esportatori mondiali grazie a un incremento delle forniture di armamenti pesanti ad altri Stati europei e alle vendite di aerei da combattimento a Paesi come la Grecia e la Croazia.

Questo panorama in continua evoluzione dimostra insomma come il commercio di armamenti sia strettamente legato agli sviluppi geopolitici e alle alleanze internazionali, con l’Italia che, in questo contesto, sembra giocare un ruolo sempre più rilevante.

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