Storie Web sabato, Aprile 27
Notiziario

L’Australia e il minuscolo stato-arcipelago di Tuvalu stanno per concludere un trattato storico che offre “rifugio climatico” (‘climate refuge’) ai cittadini delle isole, tra le più vulnerabili al mondo per l’innalzamento dei mari.

Il trattato di 11 pagine, presentato ieri in Parlamento a Canberra, offre agli abitanti di Tuvalu (poco più di 11.000) il diritto di vivere in Australia se la loro terra finisce sott’acqua.

Due dei nove atolli che compongono lo stato insulare sono già in gran parte sommersi, e gli scienziati del clima temono che l’intero arcipelago  diventerà inabitabile entro i prossimi 80 anni.

Il livello dell’oceano è ora quasi 15 centimetri più alto di 30 anni fa, secondo dati della Nasa.

Il patto impegna inoltre l’Australia a proteggere Tuvalu davanti a disastri naturali, pandemie e “aggressione militare”, ma solo dietro loro richiesta di aiuto.

La firma del trattato, denominato “Falepili Union” e sul tavolo dei negoziati già da tempo, ha dovuto attendere l’elezione del nuovo primo ministro Feleti Teo, entrato in carica a febbraio. 

Feleti ha assicurato di “non avere alcuna intenzione di revocarlo”, pur esprimendo preoccupazione per una clausola dell’accordo che dà all’Australia il diritto di decidere quali patti di sicurezza Tuvalu può sottoscrivere con altri paesi. 

Una clausola vista come vittoria strategica per l’Australia nell’allontanare i tentativi della Cina di espandere la sua influenza nella regione.

Tra i temi della campagna elettorale del piccolo stato del Pacifico, a metà strada tra Australia e Hawaii, c’era la questione se Tuvalu dovesse spostare l’asse delle proprie relazioni diplomatiche da Taiwan a Pechino.

In una intervista ad Associated Press dopo l’insediamento, il nuovo primo ministro ha riaffermato i valori democratici della nazione polinesiana e la volontà di mantenere i legami con Taipei.

Tuvalu ha ora approvato il testo finale mentre prosegue il processo di consultazione interna prima della sua ratifica e implementazione.

Secondo il ministro australiano per lo Sviluppo internazionale e il Pacifico, Pat Conroy, il trattato è uno dei più significativi e “mira a salvaguardare” il futuro delle isole.

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