Storie Web sabato, Marzo 29
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“Ripetute e stratificate misure di definizione agevolata e annullamento dei debiti pregressi contribuiscono ad alimentare nei contribuenti aspettative di future agevolazioni e condoni, con ripercussioni negative sui versamenti per adeguamento spontaneo, sulla riscossione ordinaria e su quella coattiva ordinaria e, in generale, sul livello di tax compliance”. Lo ha indicato il consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio Valeria De Bonis in audizione alla commissione Finanze del Senato sull’indagine conoscitiva sul magazzino riscossione. “Queste misure dovrebbero pertanto essere affiancate da un miglioramento dell’efficienza sia dei meccanismi di riscossione coattiva sia di stimolo all’adeguamento spontaneo in sede di versamento dei tributi”.

Ddl rottamazione

Sul ddl rottamazione, secondo l’Upb, “emerge un possibile conflitto tra l’introduzione di una nuova misura di definizione agevolata e il previsto discarico di tutto o parte del magazzino crediti entro la fine del 2031 sulla base di proposte della Commissione appositamente istituita dal decreto attuativo della legge delega per la riforma fiscale”. Inoltre, ha aggiunto De Bonus, “la possibilità concessa agli Enti locali di introdurre forme di definizione agevolata andrebbe più opportunamente collocata nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale in materia di tributi locali”.

Italia ha stock debiti non riscossi a 181% entrate

“Gli interventi degli ultimi anni, in parte riproposti con il ddl in esame, non hanno contribuito in maniera rilevante allo smaltimento dei crediti da riscuotere” ha evidenziato il consigliere dell’Upb Valeria De Bonis in audizione sulla gestione del magazzino fiscale e sul ddl rottamazione quinquies. “Nel 2022, ultimo anno per cui sono disponibili i dati dell’Ocse sul funzionamento delle amministrazioni finanziarie, l’Italia risultava il paese che dopo la Grecia registrava il valore più elevato dell’incidenza dello stock dei debiti non riscossi a fine anno sul totale delle entrate (181%) e quello con il più basso rapporto tra debiti non riscossi esigibili e il totale dei debiti non riscossi (circa il 5%). Si tratta – ha spiegato – di risultati che dipendono anche dal diverso approccio, più o meno sistematico, seguito nei singoli paesi in relazione al discarico dei crediti pregressi ritenuti non più esigibili”.

100 miliardi le cartelle fiscali maggiormente esigibili

“Il carico contabile residuo, ovvero al netto delle somme riscosse (178 miliardi) e di quelle oggetto di sgravio e annullamento (419,5 miliardi), ammonta a 1.267,6 miliardi (+32,8% rispetto al 2019). Di questi, l’Agenzia delle entrate-Riscossione stima il magazzino residuo lordo (ovvero le cartelle con un più elevato grado di esigibilità) in soli 100,8 miliardi, il 55,4% del carico totale affidato e l’8% di quello residuo contabile. Si tratta di 291 milioni di singoli crediti contenuti in circa 175 milioni di cartelle, avvisi di addebito o di accertamento esecutivo”. E’ quanto spiegato dal consigliere dell’Upb Valeria De Bonis in audizione alla commissione Finanze del Senato sull’indagine conoscitiva del magazzino fiscale. “Per una riduzione consistente del magazzino dei crediti è necessario un intervento organico di riforma che preveda, tra le altre cose, oltre alla cancellazione automatica dei crediti divenuti inesigibili già introdotta dal decreto legislativo 110/2024, attuativo della legge delega della riforma fiscale, un ulteriore potenziamento ed efficientamento del meccanismo di riconoscimento dell’inesigibilità del credito affidato. Ciò permetterebbe all’agente di riscossione di concentrarsi sulle cartelle sulle quali è più alta la probabilità di incasso”, ha aggiunto.

Il magazzino dei crediti

“A fine novembre 2024 il magazzino dei crediti affidati all’agente della riscossione ha raggiunto oltre 1.865 miliardi, con un incremento del 36,5% rispetto alla fine del 2019, mentre il riscosso si attesta a circa 178 miliardi (appena il 9,5%), a dimostrazione di una limitata efficacia dell’azione di riscossione coattiva”, ha spiegato De Bonius. “Si tratta prevalentemente di singoli debiti di importo inferiore a 1.000 euro e riguardanti principalmente le persone fisiche. Sulla dimensione del magazzino hanno influito: l’elevato numero di singoli crediti di modesto importo affidati annualmente; le lunghe tempistiche degli adempimenti richiesti all’Agenzia delle Entrate Riscossione per ogni credito; la mancanza di un meccanismo di discarico automatico dei crediti inesigibili; la complessa procedura di accertamento dell’inesigibilità del credito affidato; il progressivo restringimento del perimetro di azione per il recupero coattivo; una gestione non sempre efficiente del sistema di riscossione, sia spontanea che coattiva”. “A tutto marzo 2024, definizioni agevolate e cancellazioni di debiti pregressi hanno complessivamente ridotto il magazzino dei ruoli di circa 112 miliardi, di cui 30 miliardi per effetto delle prime (31,6 miliardi a tutto novembre 2024) e oltre 82 miliardi delle seconde. Rimane rilevante – ha evidenziato – il ritmo di accumulazione annuale di nuovi crediti”. Per una riduzione consistente del magazzino dei crediti, secondo l’Upb, oltre ad un intervento organico di riforma “andrebbe inoltre consentito all’Agenzia delle entrate di utilizzare al meglio il potenziale informativo a disposizione, garantendo l’interoperabilità delle banche dati, sia per una maggiore e tempestiva conoscenza delle caratteristiche dei singoli crediti e dei soggetti a cui si riferiscono, sia per una più efficace individuazione e analisi del rischio non solo di evasione ma anche di mancato pagamento”.

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