Storie Web sabato, Febbraio 8
Notiziario

Sì e no. È vero che l’impatto attuale della Cina e degli Stati Uniti conta di più, perché sono potenze economiche e industriali più importanti, però ci sono due aspetti che vale la pena di sottolineare. Uno è la responsabilità dell’Europa nell’accumulo storico dei gas serra in atmosfera, visto che l’Europa, insieme al Regno Unito, è stata la pioniera della rivoluzione industriale. L’altro è un aspetto di leadership ideale: diventare i paladini della transizione e dimostrare che si può fare è un ruolo storico che l’Europa sta svolgendo molto bene e non si vede perché dovrebbe perderlo.

Non tutti i governi nazionali ne sono convinti.

Sono stati riversati molti sforzi in questa direzione e i risultati si cominciano a vedere adesso. Il punto di svolta potrebbe arrivare quando questi investimenti nelle tecnologie pulite avranno un impatto positivo sulla competitività e sulla sicurezza energetica del continente. Sulla Cina, ad esempio, l’impatto è chiarissimo: grazie a queste politiche di sostegno è diventata un colosso industriale nel settore delle rinnovabili, con importanti ricadute economiche e strategiche globali, fra cui anche il fatto che oggi un kilovattora solare costa meno di un kilowattora prodotto da fonti fossili.

L’Europa può recuperare?

L’Europa è partita prima e questo si vede dal fatto che è stata la prima economia a superare il picco delle emissioni, che si riducono ormai da molti anni. L’impatto economico si vedrà nel tempo, ma non bisogna desistere, altrimenti si buttano a mare anni di sforzi, proprio adesso che le tecnologie pulite sono diventate più convenienti delle fonti fossili e possono diventare un volano per l’economia. Il dietro front degli Stati Uniti non cambia niente rispetto a queste considerazioni.

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