Storie Web giovedì, Giugno 19
Notiziario

Nel primo periodo di applicazione della normativa, spiega il presidente Agcom Giacomo Lasorella, «abbiamo registrato 55.504 segnalazioni che hanno portato al blocco». Ora come nuova fase «stiamo ponendo in consultazione pubblica un regolamento che permetterà di estendere la tutela dei contenuti originali attraverso interventi più mirati e puntuali» . Di fronte alla collaborazione nella lotta alla pirateria di grandi operatori come Google o Microsoft ci sono piattaforme come Cloudflare che nonostante i richiami ancora ospitano i contenuti illeciti, e «con i soggetti esteri c’è ancora una difficoltà di applicazione della normativa».

La cultura dell’illegalità

Ma perché così tanti italiani scelgono la via dell’illegalità? Per molti è una questione di accessibilità: troppi abbonamenti, piattaforme frammentate, eventi sportivi spalmati su mille canali. La sensazione, diffusa, è che la pirateria sia quasi una forma di ribellione, un modo per “riprendersi” ciò che il mercato ha reso inaccessibile. Eppure, il danno è tangibile. Lo ricorda anche Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia: «Difendere sport e intrattenimento dalla pirateria significa proteggere un asset strategico del sistema italiano». Per Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, «la pirateria uccide il calcio alla radice, togliendo ossigeno non solo alla Serie A, ma a tutto il movimento sportivo, dalle giovanili alle società minori».

Dazn e Sky

«Nonostante i progressi normativi e tecnologici e i primi segnali incoraggianti, è chiaro che dobbiamo fare ancora di più. Non solo per tutelare l’industria audiovisiva e sportiva, ma anche per difendere chi sceglie ogni giorno la legalità», è il commento di Andrea Duilio ad Sky Italia, aggiungendo che «è fondamentale mettere fine al senso di impunità ancora troppo diffuso tra chi consuma contenuti pirata e all’idea che si tratti di un comportamento accettabile e privo di conseguenze».

«Il valore della pirateria ad oggi è di 350 milioni ossia il 50% di quello che Dazn paga alla Serie A per l’esclusività dei diritti. Una cifra mostruosa». È la denuncia di Stefano Azzi, ceo Dazn Italia, nel suo intervento durante gli Stati Generali contro la pirateria. «Ci sono 3,4 milioni di abbonati alla illegalità che sottraggono risorse al sistema e stanno minando la sostenibilità, bloccando la crescita che nuovi modelli business come quello della revenue share proposto alla Serie A potrebbero dare al sistema».

I fronti della guerra digitale

Intanto, la guerra si sposta anche dentro le sale cinematografiche. Il camcording, cioè la registrazione clandestina dei film con una videocamera, resta una delle fonti primarie di contenuti piratati. Una pratica che pare d’altri tempi, ma che continua a resistere nell’ombra. Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura alla Camera, promette misure legislative più stringenti per combatterla. «I 778 milioni di euro persi su cinema e serialità televisiva sono un numero impressionante – rimarca Alessandro Usai, presidente dell’Anica -. Per noi la lotta alla pirateria è primaria, perché viviamo di un sistema di finestre di sfruttamento successivo al box office».

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