Storie Web lunedì, Maggio 20
Notiziario

La ministra Roccella commenta quanto accaduto ieri agli Stati generali della Natalità, dove è stata contestata e ha dovuto abbandonare il palco del suo panel. Ora parla di “censura aggressiva e immotivata” e chiede la solidarietà bipartisan.

Parla di “censura aggressiva e immotivata” la ministra Eugenia Roccella, che dopo le contestazioni di ieri agli Stati generali della Natalità riflette su quanto accaduto e racconta la sua versione. “Sono per il diritto al dissenso, sempre. Credo però che garantire la libertà di parola sia un diritto non negoziabile“, dice in un’intervista con il Corriere della Sera. Quando è iniziato il suo panel dei ragazzi hanno alzato dei cartelli e cominciato a gridare degli slogan: “Abbiamo provato a invitarli al dialogo, ma nulla. È salita soltanto una ragazza, ma si è limitata a leggere un comunicato e poi è andata via. Un comunicato dove si parlava anche di Gaza, che non c’entrava niente con il tema del convegno“. E ancora: “Se mi impedisci di parlare mi censuri. Se contesti e dialoghi è diverso, anche se usi toni alti. Ho fatto tante manifestazioni, ma mai ho impedito a qualcuno di parlare“.

Nel merito delle contestazioni, sul diritto all’aborto e all’autodeterminazione di ogni donna, la ministra spiega: “Io da femminista ho sempre difeso la legge 194. Il punto è che noi femministe degli anni Settanta parlavamo della maternità come libera scelta. Da una parte c’è l’accesso alla possibilità di interrompere la gravidanza e dall’altra anche la libertà di fare figli se si vogliono figli. E quindi avere una serie di sostegni e possibilità. Non è che si possono fare figli solo se si è ricchi“. Chi la contesta, da parte sua, sottolinea invece come la legge 194 non venga sempre applicata a dovere, o per la presenza quasi assoluta di medici obiettori di coscienza in alcuni ospedali, o per quella di associazioni pro-vita nei consultori che interferiscono con la decisione della donna.

Roccella conclude poi chiedendo dove sia la solidarietà – a proposito di censura – “dei vari Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio“. Ieri diversi esponenti politici le hanno espresso vicinanza e anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le ha telefonato per ribadire che non lasciare che qualcuno esprima le sue idee contrasti con la nostra Costituzione.

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