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Notiziario

Gianna Nannini, dopo aver pubblicato il nuovo album Sei nell’anima e il docu-film su Netflix omonimo, ha raccontato alcuni passaggi fondamentali della sua carriera al BSMT, il format di Gianluca Gazzoli.

Gianna Nannini (ph Luigi&Iango)

Lo scorso 22 marzo usciva Sei nell’anima, il nuovo disco di Gianna Nannini: 12 inediti che segnano il ritorno di una delle regine del rock italiano. Ma l’album è solo una piccola particella del nuovo racconto della cantante che, per l’occasione, ha deciso di raccontare i suoi primi 30 anni di carriera in un docu-film pubblicato su Netflix lo scorso 2 maggio, che vede protagonista nei suoi panni l’attrice Letizia Toni. La storia riprende l’autobiografia della cantante, pubblicata nel 2016, dal titolo Cazzi Miei, in cui svela anche la rinascita artistica del 1983. Nel frattempo, la storia di Gianna Nannini è arrivata anche al BSMT, il format del creator Gianluca Gazzoli, che ha ripercorso un po’ la storia della cantante, analogamente al docu-film.

L’incidente alle dita di Nannini e l’esame di pianoforte

Infatti, tra i racconti del suo passato, dalla pressione della manager che le chiede una hit e la voglia di trasgredire e vagabondare, Gianna Nannini ha raccontato, seppur in tono divertito, l’incidente che le è capitato durante i suoi studi in conservatorio. La cantante, nata a Siena nel 1954, decide di scappare via a 18 anni, a Milano, per seguire il sogno della sua musica: nel frattempo frequenta il Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca. Come racconta nell’intervista a BSMT: “Lavoravo nella pasticceria di mio padre che stava rinnovando per farla diventare una fabbrica di ricciarelli. Aveva comprato una macchina nuova e io mi alzavo la mattina alle cinque, facevo 2 ore prima di andare a scuola per imparare a fare questi ricciarelli. Meditavo di scappare di casa e mettevo soldi da parte: già avevo un piano. Quindi quel giorno, la macchina era un po’ rotta e io cercavo di sistemare queste teglie“.

La nascita di Fotoromanza

Secondo il racconto di Nannini, il malfunzionamento della macchina le avrebbe quasi strappato la mano: “Sono arrivata un po’ in ritardo a sistemarne una e mi è entrato nell’ingranaggio la mano. Dopo un mese avevo l’esame di pianoforte e quindi mi ha tagliato queste falangi di netto. È un dolore bestiale e dico sempre che la mia voce è nata da questo urlo rock di dolore. Poi sono andata a Parigi e me le sono fatte fare finte per poter suonare il pianoforte“. Le ferite hanno accompagnato anche la nascita del singolo Fotoromanza, come racconta la cantautrice: “Dormivo a casa di un mio manager svizzero e c’era un pianoforte proprio dove dormivo. Mi è venuta in mente questa melodia tutta sui tasti neri (del pianoforte), è nata molto punk. Poi appena l’ho scritta, visto che non avevo finito tutte le parole, mi sono dovuta tagliare una mano per scrivere ‘Questo amore è una camera a gas’. Mi è venuta la parola mentre mi son tagliata con una mandorla“.

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