Storie Web domenica, Giugno 30
Notiziario

Non solo musica, teatro, arti performative: del ricchissimo patrimonio dello Spoleto Festival dei Due Mondi, che il 30 giugno inaugurerà la sua 67esima edizione, fa parte con sempre più convinzione anche la moda. Moda intesa soprattutto come arte del costume di scena, una categoria che la direttrice artistica del Festival dei Due Mondi Monique Veaut ha deciso di valorizzare già da qualche tempo, con il lancio di un progetto espositivo che ha portato costumi realizzati nella lunga storia del Festival negli spazi del patrizio Palazzo Collicola della città umbra.

A sottolineare questo nuovo e importante legame è anche il progetto Legàmi, che segna una nuova collaborazione fra Mahler &LeWitt Studios e la Fondazione Carla Fendi, main sponsor dell’evento, e che presenta il lavoro del pluripremiato fotografo americano di origine dominicana Luis Alberto Rodriguez in collaborazione con la set designer italiana Afra Zamara.

Rodriguez e Zamara hanno selezionato costumi da opere e balletti storici, assemblandoli in modi inaspettati ed elaborati, per enfatizzare e valutare il modo in cui l’abito definisce l’identità. Catturando lo splendore e i dettagli dei costumi originali e inserendoli in nuove situazioni che si relazionano alla moda, Rodriguez, che prima di scegliere la fotografia è stato ballerino e si è esibito nei teatri di tutto il mondo, presenta i suoi soggetti come entità ultraterrene con i costumi come surrogati del corpo. Il progetto è stato sviluppato nel periodo di residenza dei due artisti presso i Mahler &LeWitt Studios di Spoleto, nell’ambito del programma triennale di residenze supportato dalla Fondazione Carla Fendi attraverso il Premio Carla Fendi del 2021, assegnato proprio agli studi fondati dalla scultrice Anna Mahler, figlia di Gustav e Alma, e dall’artista concettuale Sol LeWitt, che hanno vissuto e lavorato entrambi a Spoleto per molti anni. La mostra è allestita nella ex chiesa di Santa Maria della Manna d’Oro, un battistero del Seicento che si affaccia su Piazza Duomo, utilizzato dalla Fondazione Carla Fendi per progetti realizzati nell’ambito del Festival.

Nell’archivio del Festival, fondato da Giancarlo Menotti nel 1958, sono stati raccolti circa 3.800 costumi, che raccontano la storia del teatro, della danza e dell’opera tra gli anni ’60 e gli anni 2000, tracciandone le evoluzioni avvenute in parallelo alla cultura e alla moda. La prima riorganizzazione è stata presentata nel novembre del 2021, e ha permesso di riportare alla luce creazioni preziose come l’abito che Rudolf Nureyev indossò nel 1964 nello spettacolo “Raymonda”, i costumi del “Boris Godunov” del 1971, di “Les contes d’Hoffmann” del 1989, di “Amahl e i visitatori notturni”, opera dello stesso Menotti, del 1996. Protagonisti della storia del Festival dei Due Mondi sono stati anche nomi storici del costume scenico italiano, come Piero Tosi e Gabriella Pescucci, che realizzarono per esempio (con la sartoria Tirelli di Roma) quelli della memorabile “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini con la regia di Luchino Visconti, rappresentata con enorme successo nel 1973 e nel 1974.

Una scena della “Manon Lescaut” con i costumi di Piero Tosi e Gabriella Pescucci (1973)

Fra le più recenti e importanti occasioni di contatto fra teatro e moda al 2020 risale quella che vide il maestro Roberto Capucci firmare 15 costumi per “Le Creature di Prometeo / Le creature di Capucci”, concerto in forma scenica sulla partitura di Ludwig van Beethoven. Nel 2019, invece, il cartellone ospitò lo spettacolo “Fashion Freak Show, Jean Paul Gaultier”, dedicato alla vita del designer francese, curato da lui stesso insieme a Tonie Marshall e la coreografa Marion Motin. E a sostenere il Festival da ben 14 anni è anche Fabiana Filippi, azienda di abbigliamento con sede a Giano dell’Umbria. Gli appassionati, inoltre, potranno trovare a Spoleto anche un bel Museo del Tessuto e del Costume, che custodisce manufatti dal XIV al XX secolo e una collezione di parametri sacri.

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