Storie Web domenica, Aprile 13
Notiziario

LONDRA – Nel 1902 il principe di Galles, poi diventato re Edoardo VII, descrisse Cartier come «il gioielliere dei re e il re dei gioiellieri», concedendo al primo negozio londinese la royal warrant, l’ambito riconoscimento di eccellenza reale.

Una grande mostra appena aperta al Victoria & Albert Museum a Londra racconta la storia di una dinastia di gioiellieri senza pari, partendo dalle origini fino a oggi, attraverso oltre 350 creazioni preziose e rarissime, da collane a diademi, da vanity case a orologi e da anelli a spille.

«Le mostre di solito hanno sottotitoli, ma in questo caso abbiamo concordato che basta il nome – ha detto all’inaugurazione Tristram Hunt, direttore del V&A -. Cartier evoca subito eleganza, innovazione, arte, fantasia, creatività, grande maestrìa artigianale e bellezza».

Louis-François Cartier aveva fondato l’omonimo negozio nel 1847 a Parigi, ma furono i suoi tre nipoti Louis, Pierre e Jacques a trasformare la piccola azienda familiare del nonno in un brand celebre e celebrato in tutto il mondo, con sedi a Parigi, Londra e New York. Tra i loro clienti c’erano le case reali dell’epoca, le famiglie aristocratiche di tutta Europa, i miliardari americani, i maragià indiani e poi le stelle di Hollywood.

All’insegna del motto di Louis “sempre innovare, mai imitare”, i tre fratelli hanno cercato e trovato ispirazione per le loro creazioni nella Francia del Settecento e nella Russia zarista, ma anche in Cina e Giappone, in Persia e nell’antico Egitto, nel mondo islamico e in India.

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