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Il processo sulla morte di Diego Armando Maradona si è aperto con il procuratore Patricio Ferrari che ha mostrato una foto per far vedere le condizioni della leggenda del calcio argentino al momento del decesso.

Il processo sulla morte di Diego Armando Maradona si è aperto in modo molto forte. Durante la prima udienza, il procuratore Patricio Ferrari ha mostrato una foto per far vedere le condizioni della leggenda del calcio argentino al momento della morte, il 25 ottobre 2020. Un gesto accompagnato da queste parole: È così che Maradona è morto, di fronte al Tribunale Penale di San Isidro.

L’immagine parla da sola e ha colpito tutti i presenti. Si può vedere il corpo senza vita di Maradona steso su un lettino, con la pancia gonfia in maniera anormale e un tubo in bocca. Un segno quest’ultimo del tentativo disperato di salvargli la vita. È stato questo senza dubbio il momento più incisivo della giornata, con il rappresentante della Procura che è poi andato dritto al punto.

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Processo Maradona, le accuse della Procura agli imputati per la morte del Pibe

Ferrari, rappresentante dell’accusa, ha sostenuto che Maradona è stato trasferito nella sua casa casa nel quartiere privato di San Andrés Tigre, dopo l’operazione per un ematoma subdurale dal neurochirurgo Leopoldo Luque, principale imputato nel processo, senza essere in pieno uso delle sue facoltà mentali” e senza poter prendere decisioni sulla sua salute. Una situazione che avrebbe poi portato alla sua morte, legata a quelle condizioni precarie di degenza con cure mediche carenti.

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Queste le parole del procuratore: “È entrato in quel luogo per una riabilitazione clinica e un ricovero domiciliare e oggi, senza dubbio, possiamo dire che è stato calamitoso. Un’internamento sconsiderato, carente e senza precedenti. Nessun tipo di protocollo è stato concepito per fornire quell’intervento spericolato in un teatro dell’orrore che era quella casa dove è morto Maradona, dove nessuno ha fatto quello che doveva fare“.

L’equipe medica che ha curato Maradona sotto accusa, tutti imputati

Ferrari ha definito “improvvisata” l’equipe medica che avrebbe dovuto prendersi cura del campione argentino, ovvero Luque, “medico di famiglia e di fiducia”,  la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Díaz, i medici Nancy Forlini (coordinatrice medica di Swiss Medical) e Pedro Spagna (della società Medidom, responsabile dell’assistenza infermieristica domiciliare), il coordinatore degli infermieri Mariano Perroni e gli infermieri Ricardo Almirón e Gisela Madrid.

Ognuno di loro sarà processato per le rispettive responsabilità nel trattamento di Maradona, assolutamente inadeguato secondo l’accusa e incapace dunque di evitare una “tragedia” assolutamente “evitabile” a suo dire. Secondo Ferrari: “Non hanno adempiuto ai doveri a loro carico” e “hanno aumentato il rischio consentito di causare la morte di Maradona“. Inoltre l’accusa ha sottolineato le modalità assolutamente non professionali degli imputati: “Luque ha conservato la storia clinica di Diego Armando Maradona in fogli singoli su un camino della sua casa nella zona sud della provincia di Buenos Aires“, mentre “Cosachov e Díaz hanno fornito un farmaco psichiatrico la cui prescrizione si basava su un foglio incollato su un frigorifero della casa dove si trovava Maradona”.

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Inoltre ecco l’aspetto più inquietante, ovvero il messaggio lasciato a Luque la notte prima della tragedia nella casa di Tigre, relativo alle condizioni preoccupanti di Maradona: “Leíto, ha gli occhi come una tetta, e questo con la luce spenta, non voglio nemmeno vederlo con la luce accesa“.

L’avvocato delle figlie di Maradona parla di omicidio

Fernando Burlando, l’avvocato delle figlie di Maradona, Dalma e Giannina, intervenuto a Radio Mitre, ha tuonato: “Ascolteremo cose che scuoteranno. Quello che hanno fatto è stato un omicidio. Lo hanno ricoverato ingannando la famiglia, in un luogo inappropriato, senza alcun tipo di condizione per un ricovero domiciliare, una persona che aveva molti problemi di salute. Lo interna e lo lascia praticamente nell’abbandono e nella follia di molte persone, che hanno fatto qualsiasi cosa con lui, tranne che prendersi cura della sua salute”. E siamo solo all’inizio di un processo che potrebbe durare cinque mesi, con più di 100 testimoni in ballo.

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