Oltre quattro miliardi di euro d’investimento in progetti di formazione, 4,2 miliardi per l’esattezza, 106mila aziende raggiunte almeno una volta, 246.067 piani formativi finanziati, che hanno contribuito ad aggiornare e a riqualificare le competenze di più di 4,4 milioni di lavoratori. Con un impatto diretto, e positivo, su competitività delle imprese e sviluppo del “sistema Paese”. Sono i quattro numeri che meglio descrivono, dal 2004 a oggi, i primi 20 anni di attività del più grande fondo interprofessionale in Italia per la formazione continua, Fondimpresa, creato su impulso di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.
Oggi Fondimpresa è una realtà alla quale aderiscono più di 200mila aziende, di tutte le dimensioni (le piccole e medie sono il 38,8%, le grandi il restante 61,2%), e settori produttivi, dal manifatturiero ai trasporti, da edilizia e commercio ai servizi alle imprese, contando quasi cinque milioni di lavoratori iscritti.
La crescita in questi 20 anni è stata costante: si è passati dalle 14.177 aziende e 1,1 milioni di lavoratori nel 2004 alle attuali 201.530 realtà e 4.980.155 di addetti. La raccolta dello 0,30% (il canale di contribuzione ai fondi interprofessionali, ndr) nel 2023 ha toccato il record, più di 434 milioni di euro, con una crescita del 32,3% rispetto al 2022, quando si è attestato a quasi 328 milioni.
Dalle competenze di base alla riqualificazione dei lavoratori in cassa integrazione, dagli avvisi green alla mobilità e all’innovazione tecnologica, Fondimpresa, in questi anni, ha spinto forte sull’innovazione per rendere la formazione continua, come racconta il presidente Aurelio Regina, «essenziale per costruire una società più dinamica e pronta a rispondere alle sfide del mercato del lavoro».
Di tutto questo si parlerà domani, a Roma, al teatro 5 di Cinecittà, all’evento «Formazione e lavoro nelle transizioni. Le scelte di ieri, i risultati di oggi, le sfide di domani», per soffiare sulle prime 20 candeline.