È iniziata ufficialmente la tregua sui dazi concordata da Stati Uniti e Cina. L’accordo, negoziato a Ginevra in Svizzera dopo mesi di scontro commerciale durissimo prevede una pausa di 90 giorni durante la quale gli Usa taglieranno dal 145% al 30% le tariffe sui beni importati dalla Cina. Mentre Pechino ha accettato di ridurre dal 125% al 10% i dazi alla dogana sui beni americani importati.
Tutto torna come prima, o quasi, dopo che la guerra commerciale ha fatto crollare le borse di tutto il mondo e ha alimentato l’incertezza anche sull’economia Usa. Donald Trump ha esultato per quella che ha definito «una vittoria», le autorità cinesi sono state molto più caute. Per gli Stati Uniti resta aperta la trattativa con l’Europa e continuano i colloqui bilaterali con diversi Paesi, primi fra tutti India e Giappone, per ridurre le barriere al commercio.
Il primo accordo bilaterale di Trump sul commercio, quello raggiunto con il Regno Unito la scorsa settimana, è tuttavia stato criticato proprio dalla Cina: secondo le autorità di cinesi, i patti definiti tra Washington e Londra potrebbero essere utilizzati per escludere i prodotti cinesi dalle catene di fornitura britanniche, impongono infatti «rigorosi requisiti per la sicurezza nazionale americana», soprattutto per l’industria siderurgica e farmaceutica, che sembrano pensati per tagliare fuori le produzioni cinesi. «La cooperazione tra Stati non dovrebbe essere condotta contro o a detrimento degli interessi di terze parti», ha dichiarato il ministero degli Esteri cinese al Financial Times.
Questo nuovo scontro mette il Regno Unito in una posizione difficile tra le due superpotenze economiche e complica i tentativi di Londra di rilanciare le relazioni con la Cina.
Pechino ha messo in guardia altri Paesi dal firmare accordi commerciali con gli Stati Uniti che minaccino gli interessi cinesi, temendo che il presidente Trump utilizzi i negoziati bilaterali con i partner commerciali per fare pressione su di loro affinché escludano la Cina dalle reti di approvvigionamento.