Storie Web venerdì, Giugno 6
Notiziario

Da qualche giorno, chi prova ad accedere a Pornhub, RedTube o YouPorn dalla Francia non trova più video espliciti, ma un quadro. E non uno qualunque: La Libertà che guida il popolo di Delacroix simbolo della rivoluzione francese. Un gesto clamoroso di protesta contro la nuova legge che impone ai siti pornografici di verificare in modo rigoroso l’età dei propri utenti. La normativa francese richiede l’identificazione tramite documenti ufficiali o metodi simili, una misura che le piattaforme considerano invasiva e inefficace, oltre a rappresentare una minaccia per la privacy degli utenti. Il governo francese, tuttavia, difende la legge, sottolineando la necessità di proteggere i minori, dato che oltre, secondo stime, oltre due milioni di minorenni accedono regolarmente a contenuti pornografici nel paese.

Mettere al riparo i minori dalla pornografia è una delle poche battaglie su cui opinione pubblica e governi concordano. Il problema è come farlo. Il problema, però, è il come. Attualmente, l’unico ostacolo per un adolescente curioso è un click su “Ho più di 18 anni” – autocertificazione che ha lo stesso valore legale di un “lo giuro”. Da anni si discute di sistemi più efficaci per il controllo dell’età. Ma introdurli significa entrare in un territorio minato: da un lato c’è la necessità di proteggere i minori, dall’altro la tutela della privacy.

Un trend globale: la reazione di Pornhub alle leggi sulla verifica dell’età

Negli ultimi due anni, diversi governi – dagli Stati Uniti all’Europa – hanno adottato leggi che impongono ai siti pornografici di verificare l’età degli utenti in modo più rigoroso. Pornhub ha reagito chiudendo l’accesso in tutti i Paesi dove ritiene che le modalità di verifica non siano sicure o sostenibili. È accaduto in Stati americani come Utah, Texas, Mississippi e Virginia, dove le nuove norme impongono la verifica dell’età tramite documenti ufficiali, caricati attraverso portali esterni o app di stato. In Louisiana, per esempio, si utilizza l’app LA Wallet, che contiene la versione digitale della patente di guida. Il sito riceve solo la conferma dell’età, non i dati personali, ma il passaggio obbligato da un’app governativa ha sollevato dubbi sulla tutela della privacy.

Pornhub ha risposto per le rime, con una campagna informativa guidata dalla performer Cherie DeVille, sostenendo che queste leggi non fanno altro che deviare il traffico verso siti non regolamentati (come Telegram), dove i rischi per minori e adulti sono ben peggiori. La posizione ufficiale d Aylo, la società madre del sito, la responsabilità della verifica dell’età non dovrebbe ricadere sulle piattaforme, ma sui dispositivi: Apple, Google o Microsoft, ad esempio, potrebbero fornire un sistema di conferma anonima dell’età già integrato. «Servono soluzioni che garantiscano sicurezza, privacy e semplicità d’uso», ha dichiarato Alex Kekesi, vicepresidente di Aylo, a Le Monde. Un modello che anticipa quanto previsto anche dal Digital Services Act, che ha introdotto il Digital Wallet europeo.

L’effetto del Digital Services Act

In Europa il tema ha preso slancio con l’introduzione nel 2024 del Digital Services Act (DSA), il regolamento che impone nuove responsabilità alle piattaforme digitali di grandi dimensioni. Il DSA impone nuovi obblighi alle piattaforme digitali di grandi dimensioni, come Pornhub, Stripchat e Xvideos, tra cui la rimozione di contenuti illegali, la protezione dei minori e la valutazione dei rischi sistemici, inclusi deepfake e revenge porn. In particolare il regolamento prevede che queste piattaforme valutino e mitighino i rischi sistemici associati ai loro servizi, inclusi la diffusione di materiale pedopornografico, la condivisione non consensuale di contenuti intimi e l’uso di deepfake, video generati con l’intelligenza artificiale.

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